1. Godere nella vergogna vi


    Data: 13/04/2019, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... la mano e gliela scostai.
    
    Ma lui la riappoggiò
    
    “Non fare la santarellina. Ho ben visto che hai ballato abbracciata e accarezzata da persone che non avevi mai visto e se ti avessi chiesto di ballare nuda l’avresti anche fatto solo per provare l’emozione di sentire tutti quei cazzi addosso a te … – disse diventando ancor più volgare - …e poi siete venuti voi a cercarmi”
    
    Mi morsi le labbra mentre la mano di Gaston arrivava alla mia coscia nuda risalendo fino al sesso. Volevo stringere le gambe e rifiutare quel tocco delicato ma deciso, ma non ci riuscii. Mentre ascoltavo le sue parole mi guardavo le cosce, esposte, sensualmente inguainate dalle calze e incorniciate dal reggicalze, in fondo forse aveva ragione, vestita così chiunque si sarebbe sentito autorizzato a trattarmi da puttana La sensazione delle sue mani addosso mi faceva vergognare, non per come mi toccava, ma per come mi aveva trattato, l’ultima delle puttane, questo ero per lui. In fondo aveva ragione, lo avevamo cercato noi e io mi ero effettivamente fatta palpare da sconosciuti.
    
    Ero in balia di quell’individuo e non mi resi conto che mi mostravo nuda a un estraneo davanti agli occhi di mio marito.
    
    Poi, accarezzandomi un seno mi chiese una cosa che mi sorprese e mi sconvolse.
    
    “Allora, se ti chiedessi di ballare nuda stretta da sconosciuti lo faresti?”
    
    Lo guardai a bocca aperta, non ebbi neppure il coraggio di guardare mio marito e finii per gettare lo sguardo fuori sulla strada che scorreva ...
    ... veloce. Che razza di domanda era mai quella? Come si permetteva di farmela, come se volesse essere lui a decidere di me. Ebbi persino l’impressione che quella domanda aveva come unica risposta un mio assenso che, in ogni caso, non era nemmeno necessario.
    
    RODOLFO
    
    Vedere le mani di Gaston su Mia mi urtò e mi sentii offeso anche per come la stava trattando con quelle parole quasi avesse veramente vicino a sé una prostituta.
    
    Su una cosa aveva però ragione: l’avevamo cercato noi con la mia folle idea di rincorrere qualcosa di trasgressivo sicuri che non ci potesse riconoscere nessuno
    
    In che situazione ci eravamo cacciati era un gioco tra me mia moglie ed ora mi trovavo con lei scosciata, sull’auto di uno sconosciuto che la stava insultando. Che bel casino avevamo combinato. Potevamo ribellarci? Ma volevamo ribellarci?
    
    Gaston fermò l’auto in una via buia si girò e le disse di scendere. Chiesi a Gaston di smettere, che non eravamo più disposti a lasciarci coinvolgere nelle sue follie. Lui compiaciuto mi rispose che non avevo capito niente.
    
    “Adesso tua moglie – e si mise a darmi del tu - scende e si mette passeggiare per strada come se fosse una puttana, come ha fatto ieri sera per te, solo che questa sera è la mia puttana e lo farà come voglio io.”
    
    Appoggiai una mano sulla spalla di Mia in modo protettivo.
    
    “Non credo che lo farebbe mai e poi non si farà certo comandare da voi.”
    
    Il tono della sua voce divenne più pacato ma deciso.
    
    “Sei sicuro? A lei piace ...
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