1. Godere nella vergogna vi


    Data: 13/04/2019, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... sentirti ammirata come l’ha fatto ieri sera prima nel ristorante davanti a me ed ai miei amici esibendo tutta la sua mercanzia e subito dopo passeggiare per strada seminuda. Volevate delle emozioni io ve le darò e da questo momento imparerà anche a sottomettersi alle mie richieste più spinte.”
    
    “Non la conoscete allora.”
    
    Ridacchiai pensando al carattere di Mia incline a dare ordini piuttosto che riceverli. Lei taceva e manteneva la testa abbassata. Gaston allungò una mano verso di lei e le sollevò il mento “ e scommetto che se ci fosse stato qualche suo conoscente le sarebbe piaciuto di più?
    
    Il cuore mi batteva,soprattutto pensando al rischio che avevamo corso. Ora volevo che Mia si ribellasse ma non lo fece ed allo stesso tempo non riuscivo o non volevo trovare una via d’uscita, perché l’idea di continuare mi eccitava. In discoteca la Mia che conoscevo era diventata così impudica e più eccitante come per magia.
    
    Lei che non aveva accettato di fare giochi erotici in camera da letto, in poche ore si trovava seduta vicino ad un estraneo con le cosce scoperte, vestita di un solo straccetto; solo poche ore prima non l’avrebbe mai immaginato possibile. Ora non era più la puttana di un nostro gioco trasgressivo, Gaston la voleva come sua prostituta per quella sera
    
    Visto che non dicevo nulla Gaston scese dall’auto aprì la portiera dal lato di Mia invitandola a scendere ed in tono meno confidenziale
    
    “Non fare storie se non ti fosse piaciuto non saresti venuta al mio ...
    ... appuntamento vestita in questo modo.”
    
    MIA
    
    Non credevo alle mie orecchie né tanto meno a quello che stava succedendo.
    
    Gaston voleva che io passeggiassi per strada come una … una di quelle e mi aveva anche aperto la porta per farmi scendere.
    
    Avrei voluto avere un aiuto da mio marito, ma lo vedevo inerte come se stesse lasciando a me la scelta.
    
    Guardai la strada, diedi un’altra occhiata a mio marito che rimaneva impassibile o almeno a me così sembrava. Guardai Gaston che teneva aperto lo sportello per farmi scendere.
    
    Cosa dovevo fare? Cosa avrei mai dovuto fare?
    
    Quasi meccanicamente girai le gambe verso la portiera e misi i piedi sull’asfalto.
    
    Nel fare questo le gambe si scoprirono ulteriormente e Gaston fu lesto a scattarmi un’altra foto. Non riuscii a protestare, ma penso che sarebbe stato comunque inutile: non sarei certamente stata ascoltata da quell’uomo.
    
    Gaston risalì in macchina “Mi sembra che tu ci sappia fare” e mi ordinò di camminare ancheggiando davanti a loro, il più lascivamente possibile.
    
    Mi sentivo persa, guardai attorno, guardai la strada praticamente deserta e iniziai a camminare, cercando di ancheggiare il più possibile.
    
    “Ora sollevati la gonna e mostra il culo – gridò ancora Gaston – come hai fatto ieri sera, facci vedere come passeggia una puttana.”
    
    Quelle parole furono un altro colpo di frusta al mio cervello, al mio cuore e al mio stomaco. Ma cosa voleva da me? Ero in balia di quell’uomo e Rodolfo restava lì muto senza ...
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