1. Nascita di una troietta (parte 2)


    Data: 25/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: amoimaturi69, Fonte: Annunci69

    ... mille, sentivo gocce di freddo sudore scorrere lungo le mie tempie. Avrei potuto andare con mio padre e rivedere finalmente colui che aveva tormentato la mia estate… ma non potevo, non volevo! Non dovevo cedere, tutto ciò era sbagliato. Lui era il mio maestro, un amico di mio padre, un vecchio, avrebbe potuto essere mio nonno!
    
    Aspettai di sentire mio padre uscire di casa, dopodiché mi fiondai in bagno. Mi spogliai con mano tremante e mi buttai in doccia. Una lunga doccia gelida.
    
    A settembre ricominciò la scuola, e così riprese la mia solita routine. Ormai erano passati più di tre mesi da quando il buon vecchio mi aveva sconvolto la vita, e più il tempo passava, più io pensavo a lui. La voglia di rivederlo e sentire ancora le sue calde e rugose mani sul mio corpo continuava a crescere. Ma io non cedevo. Cercavo di concentrarmi il più possibile sullo studio e sui compiti, sperando così di cancellare il volto del vecchio dai miei ricordi una volta per tutte.
    
    Ma di lì a poco, ogni mio tentativo di evitare Nele, sarebbe risultato vano.
    
    Un giorno infatti, di ritorno a casa dopo la scuola, mi ritrovai talmente immerso nei miei pensieri, da non accorgermi che l’auto di mio padre non si trovava parcheggiata lungo il viale della nostra palazzina. Presi l’ascensore e aprii la porta di casa, come avevo sempre fatto ogni giorno, con gesti talmente abitudinari da essere diventati ormai inconsci. Varcai la soglia, ignaro di ciò che stava per accadere.
    
    “Papààà, sono a casa!” ...
    ... Esclamai con tono annoiato.
    
    “Finalmente!” Rispose una voce. Ma non si trattava della voce del mio papà. Rimasi pietrificato, convinto di essere oramai impazzito. Avrei riconosciuto quella voce tra mille. Calda, rauca, eccitante. La voce che aveva tormentato la mia estate e tutte le mie notti negli ultimi tre mesi. La voce del vecchio Nele.
    
    Lo vidi uscire dalla cucina e venirmi incontro, sorridente e splendente come non mai. Era lui, con i suoi folti e candidi baffi bianchi e i suoi piccoli occhi nascosti dietro gli spessi occhiali da vista. Indossava i suoi soliti pantaloni color cachi a vita alta, questa volta portati sopra una camicia color crema, e sostenuti da un paio di consunte bretelle marroni. Ai piedi portava un paio di vecchi sandali colo cammello e dei pesanti calzettoni in spugna. Era bellissimo.
    
    Mi ritrovai senza parole, la visione che mi si parava davanti agli occhi era troppo luminosa, pensai di avere le allucinazioni. “Scusami, tuo padre mi aveva detto che presto saresti tornato da scuola e io non potevo più aspettare, dovevo parlare con te”. Avvertii immediatamente odori penetranti a me molto cari. Oh, se mi erano mancati! L’aroma pungente delle verdure bollite e trippa, mescolato a quello delle medicine per la pressione e al lezzo di fumo di pipa. Sembrava un sogno. La testa mi girava e il mio sguardo non osava alzarsi da terra, per paura che la magnifica apparizione svanisse. Nele allungò allora una mano verso il mio volto e un blister di pastiglie ...