1. Nascita di una troietta (parte 2)


    Data: 25/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: amoimaturi69, Fonte: Annunci69

    Buongiorno,
    
    sono sempre io, il vostro amato ragazzo. Ho finalmente deciso di riprendere in mano il mio racconto dopo quasi due anni dalla pubblicazione della prima parte. Spero la storia vi piaccia e vi ecciti tanto quanto ha fatto eccitare me. Se vi siete persi la prima parte, la potete trovare qui https://www.annunci69.it/racconti-erotici/gay/Nascita-di-una-troietta-PARTE-1_88097.html
    
    Ritornai fino a casa senza fiato, con le ginocchia a pezzi a forza di correre. Mi appoggiai al muro della palazzina in cui abitavo, respirando affannosamente e cercando di non vomitare. Ero madido di sudore. Non volevo nemmeno pensare a ciò che era successo poco più di mezz’ora prima, volevo soltanto rientrare a casa mia, farmi una bella doccia e buttarmi a letto. Ma non potevo salire e farmi vedere in quelle condizioni. Mi sedetti a terra e aspettai un’infinità di tempo, finché il mio respiro non tornò regolare. Soltanto allora, all’improvviso, realizzai di avere ancora i pantaloni un po’ abbassati, per cui diedi purtroppo spettacolo davanti a tutto il vicinato. Preso dal panico, mi alzai di colpo e tirai su mutante e jeans ma, girandomi, notai con disgusto lo sguardo malizioso della vecchia Betty del secondo piano. La pelle grinzosa del suo viso si allargò in un ampio sorriso senza denti, mentre con il dito si toccava lasciva le labbra umidicce.
    
    Paonazzo in volto, cercai di far finta di nulla e mi affrettai a varcare il portone d’ingresso. Presi l’ascensore e rientrai finalmente a ...
    ... casa mia.
    
    “Ehi, Davide! Ma che ci fai qui?? Dovevo passare a prenderti tra mezz’ora…” mio padre mi accolse con aria perplessa dalla cucina, mentre era intento a preparare la cena.
    
    “Ah, tranquillo…” “Ma chi ti ha portato fin qui? Nele non ha l’auto” “Avevo voglia di una passeggiata, è una bella giornata” farfugliai poco convinto. Senza nemmeno guardarlo in faccia, mi diressi in camera mia. Volevo restare da solo. “Aspetta, Davide! Ma cosa vuol dire ‘una passeggiata’? Saranno quasi otto chilometri… sei completamente sudato” insistette lui seguendomi lungo il corridoio che portava alla zona notte. Gli chiusi la porta della stanza quasi in faccia “Dai, papà, lasciami in pace! Volevo solo farmi un giro… ora scusami, ma mi butto a letto. Sono stanco e non mi va di cenare” Mio padre sbuffò, poi sentii i suoi passi pesanti dirigersi di nuovo verso la cucina. Tirai un sospiro di sollievo e mi buttai a peso morto sopra il letto. Volevo dimenticare, volevo cancellare tutto quanto.
    
    Mi addormentai quasi subito e dormii tutta la notte così, completamente vestito, con ancora le scarpe addosso.
    
    L’estate passò come ogni altra estate, veloce e lenta allo stesso tempo, tra pigri pomeriggi afosi e qualche giornata in spiaggia. Nonostante i miei innumerevoli sforzi, non riuscivo a togliermi dalla testa e dal cuore il ricordo di quel vecchio e dell’ultimo giorno passato con lui. Evitavo di pensarci o di rifletterci su; vivevo la mia vita come avevo sempre fatto sino ad allora, come se ...
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