1. Storie di Tardone


    Data: 20/03/2019, Categorie: Feticismo Maturo Tabù Autore: Batman_112, Fonte: xHamster

    ... ingrato. Che se ti ricordassi le cose magari una avrebbe piacere no. Già ma il signorino ormai ficca in giro e la nonna non se la ricorda più. Mica si ricorda di chi lo ha fatto uomo”.
    
    La fissai. Col cazzo duro. Durissimo.
    
    Le sue grosse tette traboccavano sotto al vestito. Le sue cosce sode facevano capolino sotto alla gonna.
    
    “Nonna. Io non lo potrò mai scordare. Mai. Certo non l'ho mai detto a nessuno ma se sono come sono lò so di doverti molto. Non sai nemmeno quanto ti sia grato di avermi fatto uomo. E' stato il più bel regalo di compleanno che una nonna potesse fare al nipote”.
    
    “Parole, parole” mugugnò lei.
    
    “No. Fatti -sussurrai io mentre delicatamente le accarezzavo il petto- Nonna non sai quante volte ho ripensato a quella scopata che ci siamo fatti quel giorno e alle altre cento nei anni successivi. Non sai quante volte ancora ti penso e mi arrapo”.
    
    “E allora perchè non lo dimostri mai. Sono quasi tre anni che vieni qui e non fai nulla”.
    
    “Nonna ma hai passato la settantina... Io non credevo che...”.
    
    “Che cosa? Che questa non tirasse più” disse lei sfilandosi la gonna con un sol colpo e restando nuda dalla vita in giù.
    
    Erano tre anni che non vedevo la sua passerona ma a parte il pelo un po' grigio era ancora la bella miciona con cui avevo perso la verginità quasi sei anni prima.
    
    “Allora cosa dici?”.
    
    “Dico che è bellissima e vorrei leccarla come facevo una volta”.
    
    “Potevi anche svegliarti prima no? Sono tre anni che non fai niente. ...
    ... Tre anni che vado in giro per casa senza mutande sotto, che metto le auto reggenti anche d'estate, che faccio la doccia con la porta aperta e tu... un cavolo. E poi mi chiavi la vicina”.
    
    “Nonna tu mi dicevi sempre dei malori che avevi, di come ti sentivi stanca io non credevo che volessi farlo ancora. Io ti rispettavo e mi facevo le seghe piuttosto che importunarti”.
    
    “Ma bello della nonna non lo sai che la mtua mazza i malori li cura”.
    
    “Davvero?”.
    
    “Ma certo cura e tiene giovani”.
    
    “O nonnina cara ma che errore che ho fatto. Che grande errore. Allora vieni, vieni che ti do la medicina. Tre anni di medicina arretrata” e senza perdere altro tempo me la feci sedere in grembo impalandola in un colo solo.
    
    Nonna Leonida era così marcia di voglia che l'uccello le scivolò dentro in un istante la sua fica di settantanni era ancora così calda che pareva una ragazzina.
    
    Approfittai per sbottonarle la camicetta e liberare le sue tettone sesta misura. Ero semplicemente in estasi.
    
    “O nonna che bello”.
    
    “O nipotino mio che cazzone duro”.
    
    “Sei tu che lo fai gonfiare nonna”.
    
    “Si bravo nipotino, bravo scopa la nonna falla felice”.
    
    “Sempre nonna... Lo sai che ti voglio bene”
    
    Due parole su mia nonna.
    
    Di quanto tenessimo segreto fra le mura di casa.
    
    Mia nonna Leonida è una gran troia diciamolo pure.
    
    Ed è una cosa stupenda.
    
    All'inizio tutto si riduceva a qualche fuggevole occhiata infatti la nonna era solita cambiarsi d'abito in cucina di fronte a me ...
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