1. L'Usuraio capitolo 2 - Carlo e la zia


    Data: 14/03/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Koss, Fonte: EroticiRacconti

    Carlo scoprì la sua attrazione verso la zia quando aveva solo dodici anni e sua zia trenta.
    
    La zia abitava con il marito, in un casermone popolare alla periferia di Torino, al piano di sopra di quello di Carlo. Spesso, la sera, scendeva al piano di sotto, in casa della sorella maggiore, Rosa, la madre di Carlo, per preparare da mangiare e poi cenare insieme con i rispettivi mariti e l’unico nipote.
    
    La zia si chiamava Lucia ed era una bella donna, non aveva figli. “Non vengono” la sentiva dire a volte Carlo, quando la zia ne parlava con la sorella. Non erano venuti e non vennero neanche negli anni successivi e anche questo in parte determinò quello che successe in seguito. Più tardi si scoprì che la zia di figli non ne poteva avere.
    
    La zia e la mamma spesso si sedevano al tavolo della cucina per svolgere qualche lavoro casalingo, come pelare le patate o sbucciare i fagiolini o semplicemente chiacchierare nell’attesa che arrivassero gli uomini. Carlo amava giocare sotto il tavolo con qualche macchinina o con i soldatini. Lo faceva da sempre e nessuno badava più a lui e a quella mania di nascondersi sotto il tavolo. Quella sera però, per lui, arrivò una scoperta: le gambe di sua zia. Fino a quella sera non ci aveva mai fatto caso, quelle di sua madre o di sua zia erano più o meno la stessa cosa, quella sera no. Le gambe della zia divennero molto attrattive, fu tentato di toccarle e accarezzarle. Per altro in passato lo aveva fatto, senza nessuna malizia si era ...
    ... aggrappato a quelle della madre o della zia senza neanche rendersene conto. Quella sera invece si trattenne come se sapesse che era un’altra cosa rispetto a prima. Però rimase a guardarle a lungo e sentì un sommovimento all’inguine, sentì l’impulso di toccarsi. Lo fece e ne sentì il piacere, intanto guardava con la gola secca anche all’interno delle gambe, su per le cosce. La zia stava in piena libertà quando veniva giù, nelle sue pantofoline vezzose e nella sua vestaglietta da pochi soldi. Non la poteva vedere nessuno, stava all’ultimo piano e sotto la sorella, quindi scendeva giù senza problemi e soprattutto, quando iniziava l’estate, scollacciata. Quando si sedeva era quasi sempre composta, ma a volte, smaniosa, accavallava le gambe o le allargava senza neanche pensarci come se fosse sola a casa sua. D’altra parte chi c’era lì, la sorella e un nipote adolescente. Era molto più curata di sua sorella e anche profumata. La madre di Carlo, già da dopo la sua nascita aveva iniziato a lasciarsi andare e con il passare del tempo le cose non migliorarono.
    
    Lucia allargò le cosce e Carlo ne rimase sconvolto, le aveva viste tante volte quelle cosce, ma questa volta l’effetto fu diverso e sconvolgente. Arrossì sotto il tavolo, mentre la zia, incurante di quanto stava succedendo, accavallava le gambe e mostrava tutto al nipote, fino alle bianche mutandine. Il ragazzino inghiottì e sentì proprio dolore dove prima si era toccato, si accarezzò da sopra i pantaloncini e il dolore si alleviò. ...
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