1. Sottomesso in officina


    Data: 25/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: michiamanotu, Fonte: Annunci69

    ... continuò per minuti e minuti. Giovanni inizialmente mugugnava, poi iniziò a scoppiare in vere e proprie urla di piacere, mentre scopriva la goduria di avere il proprio culo esplorato da una lingua calda.
    
    Quando il pisello di Alberto fu dentro di lui il piacere si trasformò in dolore e poi di nuovo in piacere. Il ragazzo lo aveva slegato, poi aveva messo una nuova corda tra le labbra di Giovanni e l’aveva stretta sulla sua nuca, mentre gli ordinava di mettersi a novanta. Di lì a poco lo aveva lentamente penetrato, fra le urla sempre più forti dell’uomo.
    
    Con le mani desiderose di sentire il corpo dell’uomo, Alberto stringeva i suoi fianchi e li portava con forza verso di se. Giovanni non opponeva alcuna resistenza, era stanco, eccitatissimo, in preda a sensazioni nuove. Alberto ogni tanto iniziava a tirarlo avanti e indietro attraverso la cordicella che aveva in bocca e quell’azione lo mandava ai matti.
    
    La penetrazione durò dieci minuti filati in quella posizione, nessuno dei due voleva spostarsi e interrompere quel godimento. Alberto versò tutto il suo sperma bollente nelle viscere di Giovanni, che lo accolse senza protestare.
    
    Tolta la cordicella, Alberto e Giovanni scesero dalla macchina e si baciarono con passione, mentre il seme caldo dell’uno scorreva pian piano fuori ...
    ... dal buchetto appena sverginato dell’altro.
    
    Giovanni tuttavia sembrava voler ancora qualcosa dal ragazzo, ma, con sguardo imbarazzato fissava il pavimento.
Alberto gli chiese se ci fosse qualcosa che non andava.
    
    “Vorrei… ecco…” balbettò Giovanni, che non trovava il coraggio di confessare il suo ultimo desiderio.
    
    “Parla senza farti paranoie. Dopo quello che abbiamo fatto pensi ci siano problemi per me?”, lo incalzò Alberto.
    
    Giovanni deglutì.
    
    “Vorrei, se ne hai la necessità e ti va, vorrei…”, esitò ancora un momento prima di concludere la frase “il tuo piscio addosso.”
    
    Alberto ghignò.
    
    Senza dire nulla prese il pisello ormai moscio fra le mani, fece segno a Giovanni di inginocchiarsi, ed esaudì la richiesta.
    
    Mentre veniva ricoperto dalla pioggia dorata del suo perverso apprendista Giovanni chiuse gli occhi, si prese cazzo e venne, dopo pochissimi colpi di mano, di un gusto che mai prima d’allora aveva conosciuto, sporcandosi le cosce, il petto e la pancia.
    
    La dominazione era diventata tenerezza pura. Alberto si appoggiò sul petto di Giovanni, che lo cinse a se.
    
    “È fuori luogo dirti adesso che ti amo?” Disse Alberto, con una riscoperta timidezza.
    
    “Sei uno stupido”, gli disse Giovanni.
    
    Lo baciò ancora e lo strinse più forte.
    
    “Ti amo anch’io”, sussurrò. 
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