1. Sottomesso in officina


    Data: 25/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: michiamanotu, Fonte: Annunci69

    ... in fretta e furia, si prepararono per tornare a casa.
    
    La sera successiva si attardarono in officina ancora una volta.
    
    “Ok dai, mi sa che andiamo via pure noi adesso!”, disse Giovanni intorno alle sette e mezza.
    
    Alberto annuì.
    
    Attese che il suo capo avesse spento tutte le luci, poi gli prese con forza un polso e lo strattonò verso di sé.
    
    “Che cazzo fai?”, urlò Giovanni facendo la voce grossa.
    
    “Vieni con me”, disse Alberto calmo.
    
    “Ma che dici? Dove?”, chiese Giovanni allibito.
    
    Alberto non disse niente, lo tirò verso di se, fino all’ufficio.
    
    Aprì l’armadietto in cui aveva trovato il vibratore, lo prese e lo mostrò a Giovanni.
    
    “Questo lo uso con una ragazza che viene a trovarmi ogni tanto…”, provò a discolparsi.
    
    “Dai, per favore Giovanni. So tutto. Ti ho visto l’altro giorno, con quell’uomo, all’autogrill”.
    
    Ci furono diversi attimi di silenzio.
    
    “Spogliati”, disse Alberto serio e autoritario.
    
    I suoi occhi scuri erano i soliti, ma Giovanni ci vide una risolutezza che non era più quella di un ragazzino.
    
    “Spogliati, adesso. Spogliati per me”, ripeté, con maggior fermezza.
    
    In quel momento Giovanni capì che le intenzioni di Alberto erano serie.
    
    Era ora di lasciarsi andare, di mettere di lato la sua vergogna. Desiderava Alberto e, anche se inconsciamente, desiderava mostrargli come un maschio virile e insospettabile come lui potesse avere dei desideri lascivi nei confronti di altri uomini, come anche un uomo oltre i quaranta che faceva ...
    ... il meccanico potesse anelare ad essere sessualmente prevaricato. Senza dire una parola, Giovanni abbassò lo sguardo. Alberto lo fissava e lui iniziava per la prima volta a godere davvero di quello sguardo, adesso che le sue intenzioni erano finalmente chiare. Si tolse prima la maglietta bianca ricoperta di macchie nere, lasciando che il suo apprendista vedesse il suo busto villoso. Le sue braccia erano tozze, piene di peli, le sue spalle muscolose ed estremamente virili, segno della passata attività in palestra. La sua pancia tradiva invece la sua età e l’abbandono dell’attività fisica in favore del lavoro. Alberto aveva uno sguardo eccitatissimo, era preso da quel corpo maturo, dalle caratteristiche paterne, che non vedeva l’ora di fare completamente suo.
    
    “Ti sei fermato?”, chiese impaziente, “Le troie stanno nude di fronte ai loro padroni”, continuò.
    
    Giovanni arrossì in maniera evidente. Si vergognava sinceramente di essere trattato così da un ragazzo appena venticinquenne, molto più giovane di lui eppure al contempo così disinibito e inaspettatamente autoritario. Si vergognava e si sentiva umiliato, ma questo non faceva che rinforzare l’erezione, già bagnata, che aveva nelle mutande. Questo lo spinse ad accontentare il ragazzo. Poggiò la maglia sul tettuccio dell’auto rossa che si trovava ancora al centro dell’officina. Non gli importava più di nulla. In poco tempo Giovanni si era tolto scarpe e jeans, rimanendo soltanto con i suoi boxer larghi e le calze.
    
    “Cosa ...
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