1. Sottomesso in officina


    Data: 25/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: michiamanotu, Fonte: Annunci69

    ... avuto qualche problemino.
    
    “Alla buon’ora…”, disse Giovanni sottolineando il ritardo di Alberto, che era solito fare un po’ quel che gli pareva.
    
    Massimo gli lanciò un’occhiataccia. Odiava il modo di fare di Alberto. Quel sorrisetto furbo con cui spesso si presentava, noncurante del ritardo, lo mandava in bestia. Era solo un apprendista, eppure lì dentro faceva come gli pareva e non capiva perché Giovanni lo lasciasse comportarsi così.
    
    “Vieni qua!”, comandò Giovanni ad Alberto. Poi gli spiego cosa doveva fare e gli fece prendere il suo posto.
    
    Alberto era molto bravo in quello che voleva diventasse il suo mestiere in futuro e in realtà Giovanni gli perdonava tutte le sue spavalderie poiché lo considerava molto più importante dello stesso Massimo, che, non appena scoccate le 18, fuggiva via dall’officina.
Alberto invece si attardava spesso insieme al capo, portando a termine tutti i compiti della giornata a dispetto dell’orario.
    
    In verità questo accadeva anche perché i due avevano un rapporto molto particolare, fatto di rispetto e affetto. Erano ormai anni che Alberto frequentava l’officina e Giovanni era diventato per lui un vero e proprio mentore, che il ragazzo si riservava tuttavia di trattare come un suo pari, noncurante dei vent’anni di differenza che intercorrevano fra i due.
    
    A Giovanni tuttavia questo non importava, perché la presenza del ragazzo era ormai indispensabile sia ad un livello lavorativo che personale.
    
    Quella sera, come al solito, ...
    ... Massimo andò via puntale, mentre Giovanni ed Alberto rimasero in officina per un’altra ora. Mentre erano intenti a lavorare Alberto urtò inavvertitamente un barattolo, sporcandosi la maglia del suo contenuto oleoso.
    
    “Cazzo, Giovanni, mi sono macchiato”, si lamentò il giovane.
    
    Poi con nonchalance si tolse la maglia, rimanendo a petto nudo.
Ogni volta che aveva occasione di vederlo svestito, Giovanni si eccitava incredibilmente.
    
    Alberto era un tipo molto sportivo, nonostante avesse soltanto venticinque anni. I suoi pettorali erano gonfi, le sue braccia forzute e il suo torace scolpito. Il suo corpo era inoltre ricoperto di peli alla pari di quello del suo capo, che lo ammirava quasi sbavando.
    
    Giovanni cercò di darsi un contegno.
    
    “Dai, tranquillo, cambiati e va’ a casa. Chiudiamo domani con questo catorcio”, disse dirigendosi verso il suo ufficio.
    
    Alberto si ripulì in fretta con un panno, si mise una maglietta bianca di ricambio, salutò e uscì.
    
    Dieci minuti dopo la situazione era uguale alla sera precedente, tranne per il fatto che il computer stavolta era spento: a Giovanni bastava immaginare che fosse Alberto a penetrarlo, anziché il suo dildo.
    
    Ad un certo punto la cosa però non gli bastò: aveva troppa voglia.
    
    Prese il cellulare, aprì un’applicazione. Qualche messaggio e due minuti dopo era fuori in macchina.
    
    All’autogrill a pochi passi dall’officina Giovanni andava raramente. Le ragioni erano due, entrambe emergenze: benzina finita o voglia di ...
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