1. E adesso?... (3)


    Data: 06/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: jeepster, Fonte: Annunci69

    ... dai sensi di colpa; il sentimento sincero che provava per me, fosse stato amore o qualsiasi altra forma di affetto, dava valore al nostro rapporto e il buon Dio di certo non avrebbe giudicato troppo negativamente la nostra unione, che certamente non aveva nulla da spartire con la diffusa omosessualità vissuta, e in qualche modo ipocritamente tollerata, in tutti i conventi, compreso il suo.
    
    Mi manca così tanto… e se n’è andato così in fretta. Tre mesi in ospedale e poi il decesso. Ho cercato di andare a trovarlo più spesso che ho potuto, le ultime volte non riusciva più neanche a parlare ma dal suo sguardo capivo che mi riconosceva ed era consapevole che io fossi lì; poi l’ultima volta che sono andato ho trovato il letto vuoto, l’infermiera a cui ho chiesto in quale altro reparto era stato trasferito mi ha detto che se n’era andato definitivamente tre giorni prima; ormai c’era stato anche il funerale ma io non ho mai voluto sapere dov’è sepolto… per quel che mi riguarda è sepolto nel mio cuore e lo terrò sempre con me».
    
    “Sentire queste parole mi fa commuovere fino alle lacrime ma ciò che più mi strazia il cuore è venire a conoscenza solo ora di tutto ciò e scoprire che mio figlio in questi ultimi anni ha vissuto una sorta di vita parallela da cui io sono stato totalmente escluso e di cui non ero minimamente consapevole. Come ho fatto a non accorgermi di niente? E sua madre che lo aveva con sé tutti i giorni avrà mai capito qualcosa?... e se ha notato qualche ...
    ... anomalia nel suo comportamento, perché non mi ha mai detto niente?”
    
    Istintivamente sento il bisogno di abbracciare forte mio figlio e mi accorgo che ha cominciato a singhiozzare. I singhiozzi diventano presto un pianto liberatorio.
    
    E adesso?
    
    Adesso è arrivato il momento di dare a Davide tutto l’amore che gli ho fatto mancare in questi ultimi anni; è il momento di trovare il modo di farmi perdonare per tutte le mie colpevoli assenze; di fargli sentire tutto il calore che gli ho negato perché ero troppo preso dai miei guai e non mi sono accorto che i suoi erano ben più seri.
    
    Mentre lo tengo stretto a me lo bacio continuamente sulle guance bagnate di lacrime delle quali riesco perfino a sentire il sapore salato.
    
    Quando smette di piangere con un filo di voce mi chiede: «Papà, posso dormire con te stanotte?»
    
    «Certo che puoi… dai, andiamo su che è davvero tardi»
    
    Accendo di nuovo la lampada, lo prendo per mano e mentre saliamo in camera mia Davide continua a singhiozzare di tanto in tanto.
    
    Appena dentro, lascia la mia mano e va a sedersi dalla parte del letto matrimoniale che io non utilizzo.
    
    Girandosi verso di me, dice: «Quanto mi piaceva quando eri tu a spogliarmi prima di mettermi a dormire… lo facevi con calma e dolcemente, invece la mamma era sempre sbrigativa»
    
    «Pure a me piaceva tanto, mi piaceva quella sensazione che provavo nel prendermi cura di te… se vuoi posso farlo anche ora» gli dico dirigendomi verso di lui.
    
    «Sì, mi farebbe un immenso ...
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