1. Blade: vacanza avventurosa


    Data: 04/03/2019, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... sbiancò. Mise mano a una pistola. Sparò, colpendomi al petto. Caddi provando un nuovo tipo di dolore. E mi sorpresi: non stavo andando in shock, il corpo continuava a carburare come normalmente. Sputai sangue. Sorrisi, ferocemente deciso a prendermi la rivincita. E il tizio tentennò. Tremò. Era terrorizzato. E ne aveva motivo. -Ora tocca a me.-, ringhiai. Strinsi i pugni di ambo le mani. Quattro artigli uscirono dalla carne, lasciandomi un dolore trascurabile. Il dottore sparò. La mia coscia sinistra si aprì. Sangue sul pavimento. Sparò di nuovo. Impatti al torace e alla spalla destra. La pistola s’inceppò. E io continuai ad avanzare. Lo afferrai per il colletto della camicia. -Sayonara!-, ringhiai piantandogli gli artigli nel petto. Dopo di che mi guardai intorno. A parte di dott. agonizzante, di vivo non c’era nessun’altro. E sicuramente non avrebbero apprezzato quello che avevo fatto. Dovevo andarmene.
    
    A posteriori sarebbe sembrata una facilata. Invece per me fu un vero inferno: i sotterranei di quel posto erano un cazzo di labirinto. E ovviamente gli scienziati erano armati… Risultato: dovetti continuare a fuggire, uccidere e correre, sempre più stanco e debilitato per le ferite. Stavo per crollare quando, avvolto in un camice devastato e vestito con dei pantaloni che parevano reduci da un lavaggio in una lavatrice piena di emoglobina, riuscii ad uscire dal complesso. Cazzo, sì! Arrivai a casa mia sfruttando il buio della notte. E crollai sul divano, collassando. ...
    ... Credevo fosse finita, che sarei morto. Forse lo speravo, dato che ogni passo era stato pura sofferenza. Avevo lasciato tracce di sangue dappertutto. Riuscii a evitare che le tracce portassero a casa mia e solo allora, dopo aver occultato decentemente la mia desitinazione, riuscii a tornare al mio monolocale e a collassare in pace.
    
    Mi svegliai alle 11.09 del giorno dopo, pensando fosse stato tutto un sogno. In fin dei conti, segni sul corpo non ne avevo. Dovevo essermi sognato tutto. Così mi alzai. E appena un bicchiere mi cadde, per la rabbia sferrai un pugno al divano. Snikt. Gli artigli uscirono trpassando il sofa. Rimasi bloccato un istante, fissandoli. Cazzo… era tutto vero! Ma allora… le ferite di ieri, avrebbero dovuto uccidermi, no? Nel dubbio, passai un artiglio lungo il palmo della mano sinistra. Il taglio si aprì. E dieci minuti dopo, la mano era come nuova. Porca troia… Rimasi a guardare quella mano per mezz’ora buona.
    
    E fu lì che la mia vita cambiò radicalmente. Di eroi ce n’erano abbastanza, no? Che male avrebbe fatto usare quei poteri per me, entro i limiti della legalità ma senza essere eccessivamente ligi alla legge? Non ricordavo cosa fosse successo, ricordavo solo a sprazzi, poi neanche più quelli. Un buco nero si era mangiato il segreto della mia metamorfosi.
    
    O almeno, fino ad ora.
    
    Aprii gli occhi. La troia, Amanda Montes mi guardò. Ero nudo e legato tipo cotechino. Mi sorrise. -Oh, Blade… nemmeno immagini cosa abbiamo in mente per te.-, disse. ...
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