1. Blade: vacanza avventurosa


    Data: 04/03/2019, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... pernottare per più di tre notti al massimo non bastasse… Già. Un muscolo intero del torace mi era stato asportato. Esteticamente é un pugno in faccia alla mia immagine. Quello e una notevole stanchezza erano stati il prezzo da pagare per fare sì che Flux tornasse dal regno dei morti. Grazie al Dr. Strange, quella giovane che consideravo tanto amante quanto avversaria, era risorta. Ma, come detto dallo Stregone Supremo, entrambi avremmo portato i segni di quell’esperienza e nel mio caso i segni mi impedivano di approcciarmi a quelle bellissime creature come normalmente avrei fatto. In ogni caso, anche starmene lì a crogiolarmi al sole delle Hawaii non era decisamente male. Sospirai e chiusi gli occhi, scivolando nel sonno per riprendere a godermi quel torpore stupendo. Ero arrivato alle Hawaii da solo un giorno, me la stavo decisamente godendo. Tutto andava bene. Niente sparatorie, problemi o gente che voleva uccidermi. Tutto sommato non era neppure troppo male. Mi assopii, cullato dal suono della marea e dell’I-pod che diffondeva musica classica quasi perfettamente intonata alla situazione.
    
    Mi svegliai un indeterminato tempo dopo. Avevo sete. Misi le ciabatte e camminai sino al bar. Era il genere di bar uscito dai sogni di chiunque avesse mai sognato di aprire un bar su un’isola tropicale. Un tetto di foglie di palma intrecciate proteggeva le merci, il barista e un bancone ultramoderno dal torrido sole pomeridiano. -Una coca cola, per favore.-, dissi. -Subito!-, esclamò ...
    ... il barista con un sorriso. E subito avvenne. Bevvi la coca con una calma quasi incredibile. Sorrisi. Sì, ci poteva stare, quella vacanza. -Allora, lavoro o vacanze?-, chiese il barista. -Vacanze. Le prime qui ma certamente non le ultime.-, dissi. Il barman sorrise. Gli lasciai qualche dollaro di mancia, era un tipo apposto. Poi la notai. Capelli neri, occhi verdi, fisico slanciato avvolto in un bikini a due pezzi minimale. Sguardo incendiario più di una molotov. La classica predatrice alfa. Un tipo di donna che incuteva rispetto prima ancora che sollecitare un’erezione. Eppure… era bellissima. Sfoggiava un tatuaggio tribale che partiva dalla caviglia destra e arrivava sino all’interno coscia per poi continuare sino alla spalla destra scendendo poi lungo il braccio stesso e fermandosi lungo il polso. Sexy, come tutto in lei. In ogni altra situazione mi sarei buttato all’assalto. Ma non in quel caso. Ero in vacanza. E avrei avuto tempo per provarci con lei e mille altre.
    
    Tornai al mio posto, finita la coca cola. Mi stesi sulla pancia. Tempo di fare abbronzare anche quella parte della mia anatomia. Tentai di assopirmi di nuovo, eppure il pensiero di quello sguardo… Mi guardava come se mi cercasse. Come se avesse bisogno di me. “Dannazione, sono in vacanza! Potrà rivolgersi ad altri!”. E su quel pensiero, decisamente egoista, sprofondai nuovamente nel mondo dei sogni. Mi risvegliai mezz’ora dopo. Avevo caldo. Tempo di farsi un bagno. L’acqua marina mi accolse col suo fresco ...
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