Blade: vacanza avventurosa
Data: 04/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... abbraccio mentre i piedi calpestavano la sabbia. Bellissimo. Mi lasciai cullare dalle onde. E poi la vidi. Vicina. A fissarmi. -Beh, non credevo di poter fare colpo senza dire neanche una parola.-, dissi. Contro ogni previsione, lei sorrise. -La sua fama la precede, senor Blade.-, disse. L’acqua parve divenire ghiaccio. “Come cazzo può sapere chi sono?!”. Ero stato cauto, più che cauto, ma evidentmente anche con le migliori cautele c’é chi ha le sue informazioni e le sue fonti, spesso buone abbastanza da scoprire la verità anche sotto cumuli di falsità. Valutai in un istante le alternative. Colpire o parlare? Non pareva aggressiva. Non appariva neppure prossima a ordinare a dei killer nascosti di balzarmi addosso. Gettai un occhio attorno a me per sicurezza. -Non abbia timore. Non sono qui per ucciderla.-, disse la donna. C’era una leggera inflessione ispanica nel suo tono suadente. Io sorrisi. -Beh, grazie al cielo.-, dissi, -Sarebbe un vero peccato litigare.-. Lei annuì. Seria. Forse troppo. -Sono d’accordo. Spero lei sappia nuotare.-, disse. Prese a nuotare a crawl verso il mare aperto. Annuii. Che ci voleva. La seguì con un modesto stile rana. -Ci voleva, con questo caldo. Non trova?-, chiesi raggiungendola. Lei annuì. Ora sorrideva. -Direi di sì. Un peccato non essere in una situazione un po’ più… intima.-, disse. Ci tenevamo a galla in un punto poco distante dalla costa. Fiutai chiarissimo l’odore di una trappola. Quella donna non me la raccontava giusta. O era il ...
... preludio alla classica trappola al miele oppure quella tipa voleva davvero scopare con me. Oppure c’era una terza possibilità… che non impediva le altre. Sorrisi. -Beh, sa, non vedrei male una simile eventualità.-, dissi. La mora sorrise. E mi baciò. Sulle labbra. Poco più di uno sfiorarsi di labbra. Poi mi sussurrò all’orecchio. -Stanza 227, Hawaii Hyatt.-, disse, -Stasera. Alle 21.00.-. Poi, prima che potessi dire altro, s’immerse e riemerse a diversi metri da me.
Pensai di ignorare quella femmina dalla sensualità prorompente ma ormai mi conoscevo abbastanza da sapere che semplicemente non ci sarei riuscito. Così, la sera stessa, mi presentai alla sua camera che, stranamente era nel mio stesso hotel. Ero disarmato ma solo perché non impugnavo armi. In realtà i miei artigli mi avrebbero garantito sufficiente margine di offesa da scongiurare qualunque trappola. O almeno così amavo credere. “Ed é anche iniziata bene come vacanza.”, pensai. Poi bussai. -Chi é?-, chiese la voce della donna. Mi sforzai di annusare, di percepire altro. Niente. Pareva che là dentro ci fosse solo lei. Ormai ero in ballo, tanto valeva giocare. -Blade.-, dissi. -Entra.-, disse lei. Entrai. La femmina scultorea vestiva ora un tailleur di pregiata fattura, aperto nei punti giusti. Un vestito perfetto a coprire un corpo perfetto. Gli occhi verdi della donna mi inchiodarono appena entrai. Sorrise. Non era un sorriso falso, me ne accorsi. Era davvero felice che fossi lì. Mi sorrise, sprazzi del tatuaggio ...