1. Blade: vacanza avventurosa


    Data: 04/03/2019, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... appena il ritmo. Mi stesi sopra la bionda. Gli artigli che non poteva più ritrarre mi si piantarono nella schiena. Ignorai quel dolore. -Continua…-, sussurrò lei. Stava morendo… sanguinava da molte ferite e voleva arrivare fino in fondo. Vivere davvero per poi morire per sempre. Pensai che se ci fosse stato qualcosa che avessi potuto fare per salvarla l’avrei fatto… Ma non c’era niente. E nessuno di noi era in grado di chiamare aiuto. Affondai ancora dentro di lei mentre la baciavo. Ora Beth cercava di dare il massimo. Si avvinghiava a me con tutte le sue forze. Mi mordeva il collo, incurante di farmi male, mi sussurrava di continuare, incurante di quanto poco tempo le restasse. A un certo punto si trovò sopra. Non capii come o quando. Sorrise. Le strinsi il seno sinistro, quello destro era in uno stato quantomeno discutibile. Lei mugolò. -Vengo, Blade… Oddio…-, sussurrò. Inspirò con la bocca come se avesse dovuto incamerare quanta più aria possibile nei polmoni per assaporare quel momento, il viso felice, selvaggiamente lieto. -Anch’io…-, dissi. Era vero. Mi scaricai dentro di lei. Giacemmo, lei su di me, per qualche istante. Temetti fosse morta. La scossi appena. -Beth?-, chiesi. -Ci sono… é stato splendido…-, sussurrò. Iperventilava. Forse la Montes e i suoi le avevano potenziato il fisico in modi a me preclusi ma, senza il fattore rigenerante a guarirla tali modifiche si erano rivelate sufficienti solo a permetterle quell’ultimo disperato e liberatorio atto. -Grazie… ...
    ... per tutto.-, sibilò. Il suo cuore batteva debole, debolissimo. Io l’accarezzai, preso da una tristezza che nemmeno la consapevolezza di averla resa libera e lieta nel suo ultimo istante poteva lenire. Rotolò sfilandosi da me, giacendo supina sulla spiaggia. Mi accarezzò appena. La baciai. E sentii che moriva, percepii un sussulto e poi, un rilassamento, un languore. Chinai il capo, sussurrando parole che non usavo da molto tempo. Da un sacco di tempo. -Possa tu trovare pace.-, dissi.
    
    Non so quanto tempo restai lì, accanto al corpo di Beth ma quando trovai la forza di alzarmi capii che dovevo ancora fare quacosa. Presi il corpo della Montes e lo portai nel complesso. Le scaricai addosso i corpi dei suoi uomini, formando una sorta di pira rudimentale. Trovai del carburante per una jeep in una rimessa poco lontana. Irrorai i corpi. Tutti, anche quello di Bethany che posai in cima a quella pira fatta coi corpi dei suoi nemici morti. Trovai dei fiammiferi. Guardai la giovane. Aveva un’aria serena, a dispetto di tutte le ferite, come se improvvisamente fosse in pace. Annuii. Andava bene. Accesi un fiammifero e diedi alle fiamme quel posto e tutto ciò che conteneva. Poi, ripulito sommariamente e vestito di quel poco che riuscii a recuperare, arrivai al primo centro abitato. E da lì, tornai a Honolulu.
    
    La mia non era stata la vacanza relax che sperava, piuttosto un incrocio tra un incubo e una vacanza avventurosa. Dopo una simile ordalia, il richiamo di casa era irresistibile. ...