1. Blade: vacanza avventurosa


    Data: 04/03/2019, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... alta. Mancò sia me che lei. L’altro Juggernaut era un completo idiota. Sparò in raffica. Ferite superficiali. Graffi. L’altro cercò febbrilmente un coltello. Io gli trapassai l’aorta, colpendolo all’ascella e affondando gli artigli. Gli strappai la pistola mentre cadeva. Bethany aveva sbilanciato il suo avversario. Gli si avvinghiò addosso, spezzandogli il collo con le gambe (e offrendogli una magnifica visione delle sue grazie glabre, aggiungerei). Sparai una raffica contro il vetro. Le urla della Montes si sentirono dagli altoparlanti. -Vengo a prenderti, puttana!-, ringhiai. Balzammo verso le porte prima che si chiudessero. Un tizio con la pistola alzò l’arma. Bethany rafficò ad altezza petto. Pura furia guerriera, una valchiria divenuta berserkr a causa dell’orrore attraverso cui era passata. Falciò la guardia e procedette spedita. Scale. Cemento sotto i piedi nudi. Sangue che stilla da ferite ancora aperte. Cuore e polmoni che fanno gli straordinari. Una marea di sensazioni che mi travolse tutta insieme. E l’odore della giovane che procedeva a balzi davanti a me. Una porta. Sparai ai cardini, Beth la sfondò con un calcio. Notevole, la ragazza. Tuono da monsone. Desert Eagle calibro .50. Bethany fu scagliata indietro con un buco enorme in una spalla. La Montes ringhiò qualcosa d’incoerente. Farfugliò mentre arrancava verso l’uscita. -No. Non stavolta!-, esclamai. Due soldati entrarono. Raffiche da parte loro e mia. Braccio destro colpito al quadricipite. Loro invece ...
    ... divennero storia. Bethany lanciò un grido belluino. Un altro tizio, un camice bianco pelato emerse da una porta. Spaventato e confuso, aveva in mano una pistola ma non avrebbe mai saputo come servirsene. La bionda gli aprì il petto con un’artigliata. -Di qua!-, gridai. Scale, ancora. Un soldato sparò a colpo singolo. Beth sussultò. Colpita. Ringhiò in moodo animalesco. Il tizio sparò altri tre colpi. La giovane non si curò delle ferite. -Vai. Non farla scappare!-, mi ordinò lanciandosi contro il soldato. Le obbedii. Uscii allo scoperto. Sole. Sabbia sotto i piedi. E la Montes che fuggiva a rotta di collo. Sparò. Mancato. Ora toccava a me. Sparai alle gambe. Impatti multipli. Caviglie e polpacci spappolati. La Montes cadde in avanti tipo sacco di patate. Gettai la mitraglietta a terra. Quello che stavo per fare richiedeva un approccio più personale. -Tu… io cercavo di creare qualcosa! Un esercito invincibile! Rendere di nuovo grande il nostro paese…-, Amanda Montes sputava sentenze mentre mi avvicinavo. Sapeva di essere alla fine. Alzò la pistola. Clack. Scarica o inceppata. Sorrisi. End of the Line. -Tu cos’hai fatto? Cos’hai fatto a parte uccidere gente e scopare? Cos’hai fatto, brutto stronzo?!-, chiese. Le piantai il pugno chiuso sotto il mento. -Cosa ho fatto? Molto. Moltissimo.-, dissi. Era vero. Ricordi mi passarono in testa. Non ero un santo ma soprattuto non ero come loro. E questo forse loro non lo avrebbero mai potuto veramente capire. Ma io lo sapevo. Tanto bastava. ...
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