Blade: vacanza avventurosa
Data: 04/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... il primo affondo. Evitai un fendente. Le tirai un calcio che lei schivò. Mi artigliò la gamba. Colpì il nulla. Ero veloce anche io. -Non deve andare così per forza! Ribellati! Puoi essere più che un burattino!-, le urlai. Parole al vento. La bionda attaccò ancora. Indietreggiai contro una parete in cemento. Con una giravolta riuscì a evitare che mi trapassasse. Le sferrai un pugno. Fu come colpire il cemento stesso. Sentii le giunture della mano gemere. Ma neanche lei pareva immune da conseguenze. Mi tirò un calcio. I testicoli urlarono di dolore. Caddie e sfruttai a stento il moto per rotolare all’indietro e rialzarmi. -Uccidere o essere uccisi!-, sibilò la bionda. -L’hai sentita, Blade? Uccidi!-, esclamò la Montes. -No! C’é un’altra possibilità!-, ringhiai. Ma c’era davvero? La ragazza non era in sé, era chiaro. Forse uccidere era davvero tutto quello che potevo fare per sopravvivere a quella follia. Con un grido da banshee la bionda mi arrivò addosso. Stavolta gli artigli mi graffiarono a fondo le braccia. Dolore, sangue. Rabbia. Sguainai i miei artigli senza pensare. -Così! Falle vedere!-, esclamò la Montes. Pareva quasi eccitata, e forse lo era pure. La gamba destra della bionda fu sfregiata da un artigliata. Il suo contrattacco mi trapassò il torace. Ah, ecco il polmone sinistro che parte per le ferie… Le tirai una testata. Crack! Il naso si ruppe. Sangue. Su di me, su di lei. Ansimavamo entrambi. Le affondai gli artigli della mano destra nello stomaco. Smorfie di ...
... dolore, ringhii. Furia. -Non capisci?-, chiesi, -Gli stiamo dando quello che vogliono! Due animali in una gabbia! A combattere per il loro divertimento!-. Lei girò gli artigli, allargando la lacerazione nel mio petto. Feci lo stesso. Grida di dolore. Le nostre. Eravamo fottutamente vicini. Dio, sembrava qualche perverso tipo di preliminari artigliati. Forse da un certo lato, lo erano pure. Lei mi schiacciò i testicoli. Un’esplosione di dolore. Se prima ero leggermente eccitato, ora ero veramente furioso. Le trapassai il seno destro. Parità. Probabilmente le avevo preso un polmone perché si bloccò, decisamente sofferente. -Possiamo decidere il nostro destino! Dobbiamo solo dire di no!-, le gridai in faccia. In un altro universo, avremmo potuto essere prossimi a un amplesso, da tanto che eravamo vicini. I miei occhi affondavano nei suoi. E improvvisamente lo vidi. Un bagliore. Il frutto di una consapevolezza. -Forza… possiamo farcela. E ne usciremo. In due.-, dissi. Lei esalò. Inspirò. Un lunghissimo istante in cui notai qualcosa. Un filo di sangue le scendeva dalla bocca. Così come a me. Ci eravamo massacrati per la gioia di quei figli di puttana. Ma ora… -Tagliamo i fili.-, dissi. -Non… so… come…-, sussurrò lei. A tratti, forse per colpa del polmone, o forse perché era la prima volta che parlava, dopo tanto tempo. -è semplice.-, dissi, -Trafiggimi. Al cuore. Deve sembrare che tu vinca.-, sussurrai. Intanto le graffiai una spalla. Lei mi trapassò una gamba. Ero pieno di ...