Il Vecchio Torchio - Capitolo 3
Data: 09/02/2019,
Categorie:
Incesti
Autore: William Kasanova, Fonte: EroticiRacconti
... sorella e, dopo essersi abbassato pantaloni e mutande, il grosso cazzo che dimostra fino all’ultimo centimetro quanto apprezza il corpo di Sara svetta tra di loro: ora una mano stringe un seno mentre l’altra tiene la testa della ragazza contro il tronco, la bocca della stessa che si apre e gli occhi che luccicano quando la virilità del fratello sprofonda nella sua femminilità
Un brivido si scarica lungo la mia schiena al primo colpo inferto alla rossa come se la cappella fosse dentro di me. – Sì, cazzo, sì! – gemo, mentre la mia mano strimpella il mio clitoride senza pietà, impietosa nel dolore che mi provoca ma che non posso sospendere. – Fottimi, Luca! Fottimi!
Nei miei occhi si riflettono i due ragazzi nel giardino che chiavano selvaggiamente, ma nella mia mente sono io al posto di Sara, il lato destro del mio viso contro l’albero, miei i capelli stretti nella morsa di ferro del ragazzo superdotato, il suo grosso cazzo che si muove con la forza di un ariete medioevale nella mia figa.
L’orgasmo è talmente violento che, per qualche istante, la mia mente smette di avere controllo sul mio stesso corpo. Un grido simile da uno di dolore sfugge dalla mia gola mentre le mie gambe cedono e cado all’indietro, crollando sul letto e poi scivolando con il culo a terra, un senso di vertigine si impossessa del mio stomaco e credo di essere prossima a vomitare, ma è dalla mia figa che scaturisce un fiume di liquido caldo.
Passo diversi secondi intontita, immersa nel buio ...
... quasi totale della stanza, come se una dose di anestetico sia prossima a terminare la sua azione e permettermi di riprendere coscienza al termine di un’operazione chirurgica. E, al pari di un’operazione chirurgica, la prima cosa che percepisco è un profondo dolore al mio clitoride, torturato per il mio piacere.
E il piacere è stato talmente forte, intenso, esplosivo che, all’idea che potrei non provarne uno simile, sento il bisogno di scoppiare a piangere, ma, con uno sforzo, riesco a limitarmi ad un paio di singhiozzi ridicoli e strazianti alle mie stesse orecchie. Respiro profondamente l’aria viziata dal mio orgasmo e desiderio della stanza al punto tale da essere molesta, ma mi permette di riprendere un po’ il controllo della mia persona.
Dopo qualche secondo, lasciato al mio cuore per rallentare il suo battito al galoppo, mi sollevo in piedi, sorreggendomi al letto, ricordandomi di togliermi la mano dalle mutandine, ormai tanto intrise di desiderio da poterle strizzare. Faccio qualche passo incerto fino alla finestra, appoggiandomi all’angolo del muro, questa volta non per nascondermi quanto per sostenermi perché le gambe sembrano, contemporaneamente, avere i muscoli come blocchi di metallo e le ossa fatte di spaghetti cotti.
Lancio un’occhiata all’esterno, nel giardino. Luca dimostra di avere una resistenza maggiore della mia, ma non di molto: sua sorella lo eccita troppo e in questo momento è addossato a lei, il volto tra i capelli di fuoco, il viso in una smorfia ...