1. La ragazza troppo bella - Parte 6


    Data: 09/02/2019, Categorie: Etero Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti

    ... proferito una parola nel frattempo. Mi sentivo sciogliere dalla paura. Una cosa irrazionale. Poi, guardò Elena e parlò in una lingua che non capivo. Elena singhiozzò rispondendo. Continuarono a parlare per altri cinque minuti, e poi Elena si girò verso di me mi disse. "Amica mia mia dispiace che sei convolva, ma dobbiamo preparare le valigie, ci portano via". "Ma chi sono?" ebbi il tempo di chiedere prima che uno schiaffo violento mi fece avvicinare al pavimento a pochi centimetri. Era l'uomo piu vicino a me che mi aveva colpita. Il mio orecchio sembrava invaso da un sciame di api, gli spazi del mio monolocale si erano distorti, persi per un momento la cognizione dello spazio in cui mi trovavo. Mi aiuto Elena ad alzarmi. Poi, preparammo le nostre valigie in silenzio e seguimmo gli uomini nell'ascensore.
    
    Il ragazza di cui non ricordavo il nome, il tutto fare, quello la che venne a spostarmi lo specchi, era li. Nell'atrio. Non so chi aspettasse tantomeno cosa facesse, ma ci vide. E quando ci vide capi che c'era qualcosa che non andava. Era un ragazzo semplice, onesto, leale. Venne da me e mi chiese se tutto andasse bene. Risposi con la voce rauca. Ed allora guardando gli uomini che ci stavano attorno mi chiese di nuovo se andasse tutto bene con chiaro riferimento agli uomini che erano ...
    ... attorno a noi. Il loro capo, quello che aveva colpito Elena cominciò ad impazientirsi e disse con l'accento russo che non c'erano problemi e che dovevamo andare. Il mio sguardo diceva tutt'altra cosa. Il ragazzo di cui non ricordavo il nome se ne accorse e fece per protestare. Tutti e tre gli uomini che ci stava rapendo gli saltarono addosso. Elena ne approfitta e mi prese per la manica correndo verso la porta del palazzo. Quando uscimmo, si mise a gridare come una pazza e molte persone si girarono. Nello stesso momento, due dei nostri aggressori uscirono ed in un lampo ci saltarono addosso. Un furgone era parcheggiato a pochi metri e si avviò quasi subito. La porta laterale si apri e fummo spinte dentro dagli due uomini senza troppi riguardi. Poi, arrivò il terzo uomo tutto insanguinato con un lungo coltello in mano. Non potei reprimere un grido. Lui mi guardò con degli occhi glaciali e disse "Vuoi che tocchi a te?". Mi abbracciai a Elena ed entrambi piangemmo a singhiozzi per oltre un ora prima di smettere perche stanche e senza liquidi.
    
    Il furgone non si fermò mai a mettere benzina. Fummo fatte scendere solo dopo qualche ora. Ci scappava la pipi, ma ci portarono su un yacht al molo prima di lasciare che facessimo i nostri bisogni. Ebbi il tempo di leggere da qualche parte Genova... 
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