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La vita vissuta in un attimo, in equilibrio sulla
Data: 05/02/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Hardcore, Sesso di Gruppo Autore: antonio_rosita, Fonte: xHamster
... Osvaldo, ci giocava spesso di notte, anche quando la carezzava mentre Melania dormiva, facendoli inturgidire tra le dita o tra le labbra. Quando facevano l’ amore, a volte, una delle performance in cui la trascinava, era di farsi carezzare e spingere, dietro il sedere, dai seni di Melania e dai grossi capezzoli turgidi. Lo specchio le restituì ancora la sua immagine, fasciata in quella gonna nera, al ginocchio, che le esaltava le forme schiacciando verso il pube, subito sotto la lieve pancetta, tipica della sua età: estremamente erotica ed invitante. Si girò di fianco. La gonna elastica tirava anche sotto il piacevole sedere a mandolino, mettendolo in risalto completamente. Difficilmente Melania vestiva così. Però quelle rare volte in cui in ufficio indossava la gonna, o capi particolarmente femminili, sentiva su di se gli occhi di molti colleghi e, a volte, gli apprezzamenti scherzosi, ma eccitati, che le venivano rivolti con malizia malcelata. Il tutto sotto lo sguardo astioso delle colleghe, delle quali nessuna, purtroppo per loro, poteva reggere il paragone: sia dal punto di vista estetico, che da quello del comportamento. In quindici anni mai una tresca, mai una telefonata da nascondere, mai, sul suo PC, si era presentata una chat imbarazzante o compromettente … tranne, naturalmente, quelle di Osvaldo o di quelle persone, cercate da lui, con cui avevano tentato un approccio di tipo sessuale, per soddisfare un sogno ricorrente, quello di fare sesso a ...
... tre. Fece due passi indietro per controllare le calze, con civetteria. Si alzò un pochino la gonna, con le mani, per vedere a che punto, sedendosi, si sarebbe intravisto il pizzo ricamato e il nastro del reggicalze bianco. Si sistemò la riga posteriore per farla scendere perfettamente fino ai talloni. Le calze le aveva scelte di un intenso color carne, in modo che fossero comunque più scure delle scarpe, di colore beige chiarissimo, in tinta con la camicetta frivola, che spezzava la sobrietà del tailleur. Mise la giacca e la borsetta sul braccio e si avviò verso l’ ascensore. Erano le sedici e trenta, l’ ora dell’ appuntamento. Sarebbe arrivata con un giusto ritardo di alcuni minuti. Perfetto. Era la fine di settembre, la temperatura era calda, ma non ardente né fastidiosamente umida, evitandole le sensazioni dello sbalzo termico rispetto all’ aria condizionata dell’ interno dell’ edificio. Come d’ accordo, oltrepassò la fermata del bus di una cinquantina di metri. Lei avrebbe continuato a camminare normalmente sul marciapiedi, mentre Nicola, poco dopo sarebbe dovuto passare e, come per caso, accorgersi di lei, riconoscerla ed offrirle un passaggio. Non voleva che qualcuno vedesse che aveva un preciso appuntamento, soprattutto un appuntamento tanto pericoloso per lei, che proprio non sapeva se stava agendo nel modo giusto o se invece, stava creando i presupposti, per una tragedia familiare con i fiocchi. Rabbrividì. In quel momento desiderò ...