1. Puttana


    Data: 20/01/2019, Categorie: Hardcore, Autore: emme80, Fonte: xHamster

    ... spinta contro il solco delle natiche e la schiena. Continua a lungo ad accarezzarmi e stringermi. Con la destra i capezzoli e con la sinistra il clitoride. Infine, quando la mente si è annebbiata e mi rendo conto che potrei anche arrivare a un orgasmo, mi spinge in basso la schiena, piegandomi in avanti e lo sento spingere dietro di me.
    
    Lentamente ma inesorabilmente penetra a fondo il mio culo strappandomi un grido. Poi mi risolleva il busto e inizia a sodomizzarmi in piedi, intensamente, mentre torna ad accarezzarmi il seno e il clitoride. In verità ho sempre amato il sesso anale, un piacere profondo, proibito, intenso e diverso dal solito ma ugualmente irrinunciabile. Il dolore si mischia con la voluttà, e riesco a raggiungere un forte orgasmo appena un attimo prima che lui mi riempia con il suo piacere. Lo sento stringermi ancora un poco, poi sento un lieve bacio dietro l’orecchio e anche lui si allontana lasciandomi sporca e distrutta appoggiata al cofano.
    
    Ora lo vedo, il capo, scendere dall’auto e avvicinarsi a me, butta in terra al mio fianco la mia borsa, i vestiti e le scarpe, quindi, tirandomi per le braccia, mi fa alzare in piedi. Infila tra le mie dita qualcosa. Alla luce dei fari, ora meno intensa di prima, vedo che sono due fogli viola, da 500 euro e un biglietto da visita.
    
    «Tu sei sprecata per 50 Greta, vieni con me le cifre saranno decisamente diverse. Chiamami domani, a mezzogiorno.»
    
    I tre salgono in macchina, i fari mi illuminano ancora per pochi ...
    ... istanti mentre il motore si accende, quindi tutto ciò che riesco a vedere sono le rosse luci posteriori che si allontanano rapide, lasciandomi nuda, sporca, dolorante in piedi sull’asfalto freddo. Guardo l’orologio, sono le undici e qualcosa mentre salgo lentamente le scale del comando centrale dei Carabinieri di Milano. Prima di giungere in cima butto la sigaretta, ancora a metà, che sto fumando un po’ nervosamente, quindi spingo il portone e sono dentro.
    
    Due piani e diversi corridoi dopo sono quasi arrivata. Sento gli sguardi intensi, desiderosi dei ragazzi in divisa persino senza guardarli, posso immaginare i loro pensieri, le loro voglie, le fantasie che nuotano ora nella loro mente, mentre li oltrepasso ticchettando sul marmo senza degnarli di uno sguardo. Certo la gonna che indosso ora è più lunga, al ginocchio ma so di avere un sedere notevole e che lo sguardo maschile finisce sempre lì quando li supero.
    
    Finalmente arrivo alla porta giusta. La targa metallica dice Capitano Debiase. Busso. Un paio di colpetti e aspetto.
    
    «Avanti» giunge la voce dall’interno.
    
    Entro nell’ufficio, il capitano è in piedi, accanto a un altro uomo in divisa. Saluto entrambi.
    
    «Generale Giorgi, le presento il tenente Gabrielli, è l’agente sotto copertura che finalmente sembra essersi infiltrata nella banda del Mandelli, sono anni che cerchiamo di scoprirne tutti i traffici.»
    
    Stringo la mano al generale, che mi sorride soddisfatto, senza riuscire peraltro a nascondere il rapido ...
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