1. Puttana


    Data: 20/01/2019, Categorie: Hardcore, Autore: emme80, Fonte: xHamster

    La macchina si ferma.
    
    È un ragazzo piuttosto giovane che abbassa il finestrino elettrico. Non chiede nulla, mi guarda con un sorrisetto compiaciuto e aspetta solo che io gli dica il prezzo.
    
    «Cinquanta» dico con voce stanca.
    
    Lui si allunga verso di me facendo di sì con la testa e mi spalanca con un gesto veloce la portiera.
    
    «Che fai? Non sali?»
    
    Mi dice il ragazzo, un poco spazientito.
    
    Lo osservo. Ha un’ombra di barba, ma il viso gentile. Il look casual è più curato di quanto sembri, i jeans sono di marca, la camicia rivela la paperella brooksfield e sul polso della mano sinistra brilla un rolex.
    
    Salgo sull’auto. Una golf grigia, che, appena ho chiuso la portiera, parte rapida lungo la strada.
    
    Mentre guida mi scruta con un’occhiata che sembra quasi un esame. Dal viso scende lungo il mio corpo fino alle gambe, quasi totalmente esposte dalla minigonna, che, sul sedile, è risalita ulteriormente. Poi torna a concentrarsi sulla guida, senza parlare.
    
    Decido allora di provare a rompere il ghiaccio, forse è un timido, anche se non ne ha per nulla l’aspetto.
    
    «Ciao, io sono Mary.»
    
    Dico, usando il nome con cui mi sono battezzata in questa mia nuova vita da puttana, in fondo quella canzone dei Gemelli Diversi mi ha sempre dato forti emozioni, e anch’io ora sto camminando su sentieri più scuri, sempre più scuri.
    
    L’unica reazione alle mie parole è un leggero sbuffo. Sto per chiedergli dove sta andando, e indicargli io un paio di posti adatti quando ...
    ... entra veloce nel parcheggio ora deserto di una Coop di periferia e accosta una grossa auto parcheggiata.
    
    Un brivido irrefrenabile mi inarca la schiena. Mi guardo intorno preoccupata, ma è molto buio fuori e intravedo solo delle ombre. Il guidatore si volta verso di me, la bocca sorride ma l’espressione è quasi amara, come volesse scusarsi di qualcosa. La mia portiera si apre e un uomo grosso, calvo, con una cicatrice verticale sotto l’occhio sinistro si insinua nell’abitacolo. Allunga un braccio posando un piccolo pacchetto di carta alluminio sul cruscotto, il ragazzo lo afferra, quindi fa un gesto di saluto unito a un mezzo sorriso dispiaciuto, mentre l’altro mi solleva quasi di peso dal sedile facendomi scendere.
    
    Non sono ancora riuscita a dire una parola. La tensione mi ha contratto lo stomaco e la voce. Mi spinge verso il grosso suv nero fermo lì accanto. Provo a divincolarmi, anche se percepisco l’inutilità del tentativo.
    
    «Lasciami!» grido.
    
    La mia voce ha un suono strano persino ai miei orecchi, così acuta, alterata dalla paura.
    
    «Cosa volete da me? Chi siete?»
    
    «Zitta puttana.» Risponde con tono annoiato l’uomo, mentre apre la nera grande portiera.
    
    «Qualcuno vuole vederti, entra!»
    
    Mi spinge senza riguardi sul sedile posteriore. L’interno è buio, ma distinguo la sagoma di una persona seduta accanto a me. La porta è sbattuta alle mie spalle strappandomi un grido. Intravedo una mano che si avvicina, mi schiaccio indietro contro la portiera, come per ...
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