1. Puttana


    Data: 20/01/2019, Categorie: Hardcore, Autore: emme80, Fonte: xHamster

    ... allontanarmi, ma le dita salgono verso l’alto e con un clic accendono la luce interna.
    
    Seduto vicino a me vedo un uomo. Robusto, capelli e barba molto corti, indossa una camicia bianca portata fuori dai pantaloni neri. Un normale quarantenne potrei dire, tranne che per gli occhi. I suoi occhi scuri sono penetranti, feroci e il suo sguardo inspiegabilmente riesce a terrorizzarmi, facendomi stupidamente sentire come una bambina indifesa.
    
    Un sorriso lieve, sinistro, muta la sua espressione prima indecifrabile, poi si rivolge a me, a voce bassa, roca.
    
    «Ciao Greta.»
    
    Mi accorgo di mordermi il labbro inferiore dalla tensione. Chi è costui? Conosce il mio nome, quello che ho detto solo a qualche altra puttana conosciuta in questi giorni lungo la strada. Cosa vuole da me? Domande vorticano nella mia mente furiose, come granelli di polvere sperduti in un turbine di vento.
    
    Non si muove, non parla più. Continua a guardarmi con quel mezzo sorriso crudele, i secondi si dilatano dolorosamente facendo detonare la tensione in me e il silenzio si fa soffocante, quasi mi mancasse l’aria. Infine una voce incrinata, acuta, che quasi non riconosco per mia esce dalle mie labbra purpuree di rossetto.
    
    «Chi siete? Cosa volete da me? Voglio andarmene!»
    
    Le mie mani si stringono sulla maniglia della portiera. Tirano, tirano forte. Il CLAK CLAK del metallo riecheggia frenetico nell’abitacolo. La portiera però non si apre, eppure io continuo a provare, guardando fuori nel buio quasi ...
    ... totale della notte oltre il vetro del finestrino.
    
    CLAK - CLAK – CLAK - CLAK - CLAK!
    
    Il panico si è impadronito di me, continuo a tirare la maniglia come una folle, e la sua apparente indifferenza, la sua espressione immutata che intravedo riflessa nel vetro mi sconvolge sempre più.
    
    Infine, vinta e sconfitta dall’inutilità del gesto, smetto. Il silenzio torna nell’auto.
    
    Rivolgo lo sguardo a lui, cercando di riprendere il controllo sui miei pensieri. Consapevole ormai della mia totale vulnerabilità cerco questa volta di mantenere più calma la voce e il tono.
    
    «Cosa volete da me?» ripeto, cercando di sostenere il suo sguardo.
    
    Senza distogliere gli occhi dai miei estrae dal taschino della camicia un biglietto da 50 euro, piegato in due. Tenendolo tra due dita si sfiora il naso, quasi lo annusasse, quindi con un movimento a s**tto lo lancia verso di me. I soldi rimbalzano sul mio mento e cadono tra le mie gambe.
    
    «Massimo cinquanta giusto?» dice, e, continuando a guardarmi negli occhi, inizia a sbottonarsi i pantaloni. Lentamente, molto lentamente apre tutti i bottoni e abbassa i boxer neri, rivelando un’eccitazione già imponente. Poi si appoggia comodamente allo schienale del sedile in pelle nera e allarga le braccia. Il suo cazzo, rosso e duro, spunta tra i lembi della camicia bianca, scosso da lievi, ritmici sussulti, quasi mi stesse chiamando.
    
    Continuo a guardarlo ancora immobile, disorientata. Il suo Viso ora però perde quel mezzo sorriso e si fa serio, ...
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