018 che strano uomo avevo io
Data: 16/01/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69
... quant’altro.
Quella stanza d’albergo di Trieste fu il nostro nido per cinque giorni, e con sentimentalismo malinconico ora mi apprestavo ad abbandonare.
Già.
Ma via da qui la tristezza. Via, si deve vivere.
Mi prese il guizzo di effervescente felicità che mi soverchiò.
Lasciavo una camera d’albergo in condizioni disperate, ma non lasciavo lui. E forse, il viaggio continuava, diretti in Russia che già sentii come mia nuova Patria.
Presto mi sarei assimilato a quel mondo, sarei diventato anch’io un russo con il mio uomo sempre con me, avrei conosciuto la suocerina, e chi sa col tempo tra noi tutti in famiglia non avremmo di certo esitato a scorreggiare liberamente in casa senza imbarazzo, tanto la familiarità sarebbe diventata indissolubile.
Si, la Russia, mondo socialista di miseria ma tanto calore umano.
Cosa mi importava di star al di qua della cortina di ferro quando di là tra nevi e galaverna, mi si prometteva l’amore deliberato, una famiglia e corpi sotto coperte di lana per proteggerci dai lunghi inverni siberiani.
Sprizzavo di gioia. Odiavo l’Italia, troppo caldo.
Scesi con lo zainetto in spalla ed entrai a passo teso nella hall, raggiante con la ciambella sotto il braccio, e il mazzo in mano a salutare tutti. Ma proprio tutti.
Raggiunsi alcune cameriere:
- Grazie
- Ma si immagini
- No, grazie, grazie assai, veramente, siete state tutte davvero favolose
- Dovere signore
- Grazie, questo luogo mi resterà nel cuore e ...
... anche voi “amiche mie” sarete sempre nel mio cuore. Vi amo tanto, forse anche solo per la professionalità dimostrata. Si vede che siete asburgiche nella vostra signorilità!
- Io sono di Reggio Calabria e loro due sono di Catanzaro
- Mbè, sempre Trentino è.
- Mah, a dire il vero ….
- Va bene va bene, non dilunghiamoci troppo con differenze tra Friuli e Venezia Giulia, siette bellissmie ecco e grazie. Grazie assai.
- Va bene. Torna a casa?
- No vado in Russia
- Lei è russo?
- No. Sono di Roma, ma siccome a papà nu gli andava più di chiavarmi il buco del culo, sapete come sono volubili i padri, mi ha spedito in Svizzera, a Ginevra dove li – pensate – ho dato il culo a tutti per poi innamorarmi di chi? del mio professore. Ma non era amore, lui mi sfruttava per farsi leccare il culo perchè solo così andava di corpo. Così sono finito in un campo rom di Milano e anche lì ho creduto di aver trovato l’amore con un ragazzo che per carità di pisciare mi pisciava in culo, e anche bene, sapete in riva al fiume, romantico finchè stavamo soli, ma quando dovevo dare il culo anche ai suoi compagni di campo, bè era meno romantico. Ma vi assicuro che manco lì era amore. E no, mi dispiace, ma i rom sono tipi un po’ particolari. Poi ho conosciuto lui, lo vedete quanto è bello? Sta mettendo le valige in macchina. Pensate che al quinto giorno mi ha dimostrato l’amore vero. Mi ha baciato lo capite? Mi ha baciato. Ora andiamo insieme in Russia, ragazze non ci sto nella pelle. Ah ...