1. Estate al lago - capitolo 1


    Data: 27/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: aramis2, Fonte: Annunci69

    ... prese il telecomando in breve si trovarono a lottare sul divano ridendo e cercando di impossessarsi del dispositivo.
    
    Carlo finì sopra Cris e lo bloccò, lo tenne per i polsi sopra la testa e lo guardò dritto negli occhi.
    
    Erano sorridenti e senza fiato quando, sorprendendo anche se stesso, Carlo abbassò le labbra su quelle dell’amico e lo baciò.
    
    Cris si contorse sotto il bacio e il panico gli attraversò gli occhi; lo spinse via e guardò il suo nuovo amico. Il suo cuore batteva a mille all’ora e non sapeva cosa fare o dire. All’improvviso sentì che stava per piangere, come se non potesse più resistere. Si alzò e si diresse rapidamente verso la porta.
    
    Carlo era impallidito ed urlò dietro a Cris che si allontanava.
    
    “Cris! Aspetta! Non so cosa mi è preso. Mi dispiace.”
    
    L’altro continuò a camminare.
    
    “Devo andare Carlo. Devo... Devo andarmene.”
    
    Era tutto ciò che poteva fare per non scoppiare a piangere lì; non appena fu fuori dalla porta si mise a correre più veloce che poteva verso casa sua.
    
    Una volta dentro, sbatté la porta e scoppiò a piangere. Non piangeva così da quando aveva cinque anni ma non riusciva a controllarsi. Le lacrime lo travolsero e non sapeva perché.
    
    Quando le labbra di Carlo avevano toccato le sue, aveva provato gioia, più amore di quanto non ne avesse mai sentito in tutta la sua vita. Ma non aveva senso.
    
    Forse era innamorato di Carlo? Di un ragazzo? Cosa avrebbe detto la gente se li avessero visti baciarsi? Si sentiva così ...
    ... confuso. Non sapeva cosa fare.
    
    Alla fine il terrore diminuì e i suoi singhiozzi furono ridotti ad un ritmo costante. Doveva pensare. Aveva bisogno di vuotare la mente. Aveva bisogno di correre.
    
    Prima ancora che i singhiozzi cessassero, si mise le scarpe da ginnastica e uscì nella notte. Anche se ci volle un po’ per trovare il suo ritmo, come al solito riuscì a lasciarsi andare mentre correva. Fu in grado di focalizzare il suo pensiero e tutto ciò su cui poteva concentrarsi era Carlo.
    
    Mentre correva sempre più forte, ricordò quel momento in cui i loro occhi si erano incontrati sul divano e si era sentito felice.
    
    Sapeva di ridere di più quando era con Carlo. Sorrise al pensiero di quanto erano morbide le sue labbra e di quanto voleva sentirlo di nuovo accanto a sé.
    
    Mentre ancora non capiva cosa significasse, cominciò a rendersi conto che questo non gli importava, l’importante era dire a Carlo come si sentiva.
    
    Invece di tornare al suo cottage, si voltò e iniziò a dirigersi verso la casa di Carlo. Iniziò a pensare cosa avrebbe dovuto dire, ma non aveva le parole per esprimere quei momenti di terrore che l’avevano spinto ad andarsene poco prima.
    
    Arrivato, bussò. Nessuno rispose, bussò di nuovo, questa volta molto più forte. Non sentì nulla.
    
    Bussò ancora e cominciò a gridare.
    
    “Carlo! Sono io. Dobbiamo parlare.”
    
    “Vattene via Cris,”
    
    Rispose Carlo senza aprire la porta.
    
    “Ho fatto uno stupido errore e non voglio parlarne adesso. Mi faresti sentire peggio. ...
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