1. Nata schiava (II parte)


    Data: 17/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Asignoluc, Fonte: RaccontiMilu

    ... Si dimostrò entusiasta dei tatuaggi e del campanellino applicato alla figa. Il padrone gli consegnò una copia della chiavi dei lucchetti che indossavo e partimmo. Sedendomi in auto con le ginocchia allargate la cortissima gonnellina plissettata risalì lasciandomi la figa completamente esposta.
    
    Mio cugino cominciò a guidare ispezionandomi da subito con la mano sinistra, penetrando con le dita nella figa senza nessuna delicatezza. Gli chiesi, dandogli del Lei come ero stata addestrata a fare con tutti quelli che mi usavano, “La prego, non vorrà portarmi veramente a casa……” Non potei finire la frase che un violento schiaffo mi colpì sulla figa. “Silenzio vacca! Non parlare se non autorizzata! Comunque non sono mica matto. Ti vedessero i tuoi genitori in questo stato ne morirebbero, poverini. Ma non temere, non ti annoierai”
    
    Dopo un po’ di viaggio in silenzio, mentre mio cugino continuava a martoriarmi la figa, si fermò a fare benzina. Scese dall’auto dicendomi “Rimani qui, troia: Io vado a farmi un caffè”. L’addetto della pompa di benzina si avvicinò al parabrezza per pulirlo e vide immediatamente che ero seduta con le gamba aperte, la figa bene esposta e tatuata. Da principio cercava di guardare senza farsi sorprendere, poi visto che non facevo nulla per coprirmi, si mise a guardare senza pudore, chiamando anche i suoi colleghi. Quando mio cugino tornò avevo quattro uomini intorno all’auto che guardavano e commentavano.
    
    “Vi Piace?” Poi rivolto a me, “Tu scendi cagna, ...
    ... fatti vedere bene da questi signori”.
    
    Scesi dall’auto e subito cominciarono, Li in mezzo alla stazione di servizio, a sollevarmi la gonna e aprirmi la giacca per soppesarmi le mammelle. Uno di loro mi toccò la figa poi si annusò le dita dicendo “Ehi… è possibile scoparcela? Una bella figa così ubbidiente non capita mica tutti i giorni”
    
    “No ragazzi, mi dispiace ma sono di fretta” Così dicendo mio cugino risalì in auto e proseguimmo il viaggio.
    
    “Certo che sei proprio una bella figa. Avessi Capito prima che razza di viziosa sei, non ti avrei lasciato andare via, ti avrei addestrato io!”
    
    Arrivammo in una casa di campagna, capii che eravamo vicino al mio paese natale ma non riconobbi la casa. Strattonandomi con il guinzaglio fui fatta scendere dall’auto. Avevo ancora i polsi legati dietro la schiena e non mi fu possibile tirare giù la gonna che rimase alzata sul davanti. Mio cugino mi condusse vicino ad una palizzata abbastanza alta e lì mi fisso per il guinzaglio, tirando così in alto che dovetti piegare la testa di lato e stare in punta di piedi. Mi lasciò li dicendo “Adesso aspetterai qui finché non avremo voglia d’usarti”. Si avviò verso la casa proprio mentre ne uscivano diverse persone. Ebbi il tempo di vedere alcuni ragazzi e ragazze che frequentavo quando abitavo ancora con la mia famiglia; mi sentii morire. Poi qualcuno disse “Bisogna bendarla altrimenti ci riconosce e non a tutti la cosa va bene”. Mi venne applicata una benda stretta sugli occhi.
    
    Rimasi lì ...
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