1. Il telecomando


    Data: 24/11/2018, Categorie: Lesbo Autore: Blacknoble, Fonte: Annunci69

    ... natura umana va oltre ogni colore. Per tante ragioni, io e Serena non seguivamo il movimento LGBT. Troppe guerre, quando noi desideravamo un’oasi di pace. Paolo e Marco avevano pressappoco la nostra stessa opinione sulla questione. Ci eravamo conosciuti ad una mostra di Picasso e subito avevamo fatto amicizia. Ormai, erano sei mesi che ci frequentavamo ed ogni settimana mangiavamo assieme almeno una volta. Quando sei con gente normale, e lo sei anche tu, la naturalezza diventa magia. Parlavamo di libri, di viaggi, di poesia. Molto più istruiti di noi, ci fecero scoprire un sacco di artisti nuovi. Dopo mangiato, rimasero a lungo e giocammo anche a carte. Poi, se ne andarono. Rimettemmo tutto a posto e ci sdraiammo l’una accanto all’altra.
    
    Mi girai, e presi il telecomando. Nero e bianco. Serena si addormentò quasi subito. Girai i canali senza fretta, non avevo sonno. Giravo i canali l’un dopo l’altro senza nemmeno sapere di preciso cosa stessi cercando. Passai più canali arrivando a quelli di televendita, che spesso e volentieri a tarda ora erano prettamente erotici. Non era ciò che cercavo ma ad un cero punto mi sembrò di riconoscere una sagoma familiare tra più corpi stretti in un orgia. Tornai subito indietro maledicendo il telecomando che stentava a rispondere ai comandi. Finalmente, ci riuscii, e mi avvicinai al televisore per vedere meglio.
    
    Serena. Era propio lei. Con una lunga parrucca nera che le scendeva quasi sino al sedere. Il pube perfettamente riconoscibile, ...
    ... i suoi modi, i suoi atteggiamenti, uguali.
    
    Rimasi paralizzata a guardarla. Si muoveva tra diversi corpi, diversi peni. Ne prendeva qualcuno in bocca mentre un altro glielo infilava dietro, leccava passere ed infilava le sue dita nell’intimità di donne. Di sé per sé, la scena era quasi bella. Un quadro dinamico di piacere che dava forma alla stanza tetra e senza vita. Serena era naturale nelle sue movenze, non costretta. Lo vedevo dal suo sguardo languido che ogni tanto la telecamera riusciva a catturare. Non so dire se godesse, ma di certo, non era costretta. In cuor mio, speravo lo fosse stata. Eravamo cosi intime che non avrei mai potuto immaginare che avesse una vita doppia. Pur in stato confusionale, i miei occhi rimanevano fissi sull’immagine di lei. Un immagine sublime, il suo corpo scivolava da una parte all’altro, il suo erotismo bucava lo schermo e confondeva ancor di più la mia mente. Le mie emozioni erano indescrivibili mentre la guardavo. Allungando la mano, avrei potuto svegliarla, ma non avrei nemmeno saputo cosa dirle. Cosa c’era mai da dire in questo caso. Arrivai fino in fondo al film cercando di leggere i titoli di fondo per capire quando fosse stato girato.
    
    “Alice e le sue amiche”. Cosi si chiamava il film. Sfortunatamente, tagliarono i titoli di coda e non riuscii a leggerne la data di produzione. In modo febbrile, mi alzai ed andai a prendere il mio cellulare rimasto sul tavolo a pochi passi. Serena si mosse e grugnii un pò. Era una sera fresca, ma ...
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