1. Il telecomando


    Data: 24/11/2018, Categorie: Lesbo Autore: Blacknoble, Fonte: Annunci69

    ... malattia. O anche l’opera del demonio. Semplicemente, lo trovava aberrante. E noi, tutto questo, lui compreso, lo trovavamo aberrante.
    
    Scavalcammo il muretto che divide il mare dalla strada ed andammo a sederci sugli scogli. Il sole, stava tramontando. Mettemmo una sciarpa stesa sulla roccia, e ci sedemmo fianco a fianco. Serena, appoggiò la testa sulla mia spalla, e rimanemmo a guardare il sole sparire nel mare. Il cielo era pieno di rumori. I gabbiani facevano da coro alla risacca. Dopo, andammo a mangiare in un ristorante Sri Lanchese due Kebab di falafel ed andammo a casa. Ci addormentammo abbracciate col sorriso in bocca.
    
    “Marilena vieni a vedere”. Ero in bagno a lavarmi i cappelli.
    
    “Non posso venire, dimmi” le dissi.
    
    Stava passando un documentario in Tv sulle Maldive. Era il suo sogno. Difficilmente raggiungibile, ma un sogno è un rifugio sicuro per la mente. La realtà invece, carcere. Potevamo al massimo andare a Caserta a fare una gita viste le nostre condizioni economiche. Ma con la mente, potevamo fare il giro del mondo. Abbracciate, e ridenti. Quest’aspetto di Serena non aveva fatto che aumentare il mio amore nei suoi confronti. Ma allo stesso tempo, la frustrazione.
    
    Chi ama e si sente impotente sente doppiamente la frustrazione. Chi ama non vuole essere la divinità dell’amato, ma piuttosto suo servo. Dedicarsi a colmare ogni sua mancanza, assemblare di continuo il puzzle del suo sorriso, costruire i ponti sotto suoi piedi, abbattere ogni muro che ...
    ... gli si pone davanti. E quando non ci riesci, ti senti tradito, abbandonato dalla sorte, lo ritieni profondamente ingiusto, poiché si ha l’intima convinzione che l’amore dovrebbe farcela su tutto. Ma non è cosi, e ciò, fa nascere tanti dubbi. Avrei voluto portare Serena con me ovunque volesse andare. Avere ali, o un aereo, o anche i soldi per i biglietti. Era un continuo rimettersi in causa. Dal suo canto, Serena si districava tra quel che restava della sua famiglia disastrata, i suoi sogni di viaggio sfumati nel futuro, e l’amore per me. Spesso, il suo sguardo si perdeva e rimaneva prostrata per molto tempo pensando a chissà cosa. In quei momenti, anche se stavo facendo qualcosa, mi fermavo a guardarla. La mia statua vivente.
    
    Il citofono squillò mentre i fagioli erano cotti quasi a punto.
    
    “Marilena vai tu?” Chiese Serena mentre rimescolava il tutto e si preparava a calare la pasta. Mi alzai e dopo due passi presi il citofono aprendo senza chiedere.
    
    Erano Paolo e Marco. Due nostri amici omosessuali. Erano una coppia da parecchi anni ed erano davvero belli da vedersi.
    
    I mondi omosessuali sono vari. La gente comune pensa che si tratti di un gruppo omogeneo e basta. Ma non è cosi. Ci trovi le stesse differenze che nel rapporto eterosessuale. Chi è dolce, chi non lo è, chi piace la frustra, chi no, chi gli oggetti, chi le orge, insomma, c’è davvero di tutto.
    
    Ed anche ed ovviamente, fazioni opposte. Un po’ come i neri. Disprezzati, tra di loro, si disprezzano. La ...
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