1. Il telecomando


    Data: 24/11/2018, Categorie: Lesbo Autore: Blacknoble, Fonte: Annunci69

    ... cui risposi a Roberto:
    
    “Non si sarà accorto di questo. Per il resto, è tutto pulito”.
    
    Mi faceva rabbia. Non acconsentivo sempre, ma il capo era lui. Era ingiusto e duro, e lui lo sapeva. Le persone si conoscono intimamente. Perciò, molti, scappano da loro stessi. Alcuni, pochi, cercano rifugio in altri. In noi, Roberto cercava conferme di sé stesso. Lo avevo classificato come cattivo già da tempo, ma il lavoro mi serviva.
    
    Eppure, le proposte di lavoro non mancavano. Una giovane donna nera e bella non passa inosservata. Ma la considerazione per le nere va oltre ogni immaginazione. Puttane. Tutte noi, senza eccezione. Non esiste donna nera, che sia dottoressa, medico, astrofisica o operaia, che non abbia mai sentito dirsi: “Quanto prendi?”. Si, ce ne sono, sparse come granelli di sabbia sulle dune del deserto, invisibile perché poche, ed anch’esse, vittime.
    
    “Quanto prendi?” Non é riservato alla prostituta, ma ad ogni donna nera, forse anche ad ogni donna, ma in forme diverse.
    
    Una parola che brucia il cuore e lacera l’anima. Spoglia il nostro essere di donne, madri, figlie, per ridurci ad un mero oggetto di piacere. Qualora sei assunta da un uomo, ti chiedi sempre quando ci proverà. Perché ne hai la certezza. Sei nera, e quindi, per lui, sei facile. E tu vivi come una fanatica musulmana. Ti copri di panni troppi grandi e quasi ti metti il velo per nascondere il tuo sguardo. Non sei vittima dell’essere donna, o migrante, o musulmana, ma di essere nera.
    
    Chiamai ...
    ... Serena. Un minuto dopo, stavo sorridendo. L’amore è cura.
    
    Avevo il turno di giorno. E quindi, andai a prendere Serena al lavoro dopo aver finito. Andammo al lungomare a fare una passeggiata. Eravamo mano nella mano. Insieme, non avevamo paura. In realtà sì, ma eravamo la corazza l’una per l’altra. Un paio di ragazzini ci diedero della “lesbica” mentre passeggiavamo. Non badammo a loro. Quando sei sotto pressione, quando sei braccato, per una ragione o per un’altra, impari a scomparire, a stare in una bolla che cerchi di mimetizzare per essere invisibile. L’amore non ferma gli schiaffi, ne gli idioti. Noi ci amavamo, non ci vergognavamo di quel che eravamo, ma non viviamo soli, e nemmeno siamo uguali. Umani, si, ma non identici. E di conseguenza, vivere vuol dire camminare in equilibrio. Avere un atteggiamento che vada di concerto con quello degli altri o che perlomeno non li turbi. Ma la gente è turbata. Convinta. E si riversa su chi lo circonda. Chi, come me, vive condizioni in cui è stato categorizzato, messo al bando della
    
    considerazione umana, non è sempre facile da gestire. Sia intimamente che esternamente. La rabbia e la paura si mescolano, si valgono, ci vuol un soffio per far precipitare l’un o l’altro. Una volta, dovette intervenire la polizia per un uomo che ci aggredì perché secondo lui era immorale che ci baciassimo davanti ai suoi figli. L’Uomo era indemoniato e ci urlava addosso agitando fortemente le braccia. Lui, non credeva che l’omosessualità fosse una ...
«1...345...8»