1. Il telecomando


    Data: 24/11/2018, Categorie: Lesbo Autore: Blacknoble, Fonte: Annunci69

    ... dato forza per andare avanti, oltre le avversità, le difficoltà. La realtà é ardua, a volte insopportabile. Ma da quando c’era lei, era tutto meno nero.
    
    Affianco a noi, c’era il telecomando. Nero, con i pulsanti bianchi. I contrasti che riuniscono. Come noi due.
    
    La mia mano scese dalla sua coscia fino alle caviglie. Cominciai ad accarezzarle delicatamente il collo del piede. Poi, la mia mano risalì fino al ginocchio, raggiunse l’incavo dietro sfiorandolo. Serena trasalì e mi guardò. Si girò ancora pigra di sonno, e mi baciò a lungo. Noi non ci costringevamo. Eravamo povere entrambe, ma ricche di amore. Pur avendo un stipendio non male per Napoli, Serena vedeva il terzo del suo stipendio andare direttamente allo stato per delle truffe che il padre aveva combinato usando il suo nome per una delle sue società che non erano mai state fruttuose. Anzi. Serena avrebbe dovuto ripagare a vita un debito contratto per l’incapacità del padre. Col resto del suo stipendio ed il mio, cercavamo di cavarcela. L’amore abita, vive in ciò; l’essenziale. Quello sanguigno, che nasce dal cuore, attraversa l’anima, lambisce lo spirito, e coinvolge le carni. Ci baciammo dolcemente prima che scivolassi giù prendendole le dita del piede in bocca. Tenni la sua gamba con tutte e due le mani guardando il nostro riflesso nello specchio. Serena aveva gli occhi chiusi e gustava la sensazione del calore della carezza della mia bocca sul piede. Poi, risalii fino al suo ombelico che torturai dolcemente ...
    ... con la lingua mentre la mia mano cercava il pube. La mia bocca poi si impadronì di uno dei suoi capezzoli mentre la mia mano destra si infilava nella sua vagina poco depilata. Io invece lo ero totalmente. Anche tra le nostre cosce, contrasti. Avevamo fatto l’amore la notte quando ero tornata, ma la stanchezza ci aveva precluso quel piacere che solo i nostri corpi sapevano darci. La voglia era rimasta, e ci colava dalla vagina, ci teneva in sospeso, era brace con la legna appena aggiunta sopra. Il pube di Serena era un fuoco. La mia mano appiccicata sentiva il sangue battere sulla vulva.
    
    In quello stesso momento, l’altra mia mano scese sul mio pube e cominciai a masturbarmi con lo stesso movimento circolare e la stessa pressione. Lei si toccava i capezzoli e teneva gli occhi aperti. Amavo quegli occhi verdi che uscivano fuori da un viso troppo piccolo. I suoi cappelli biondi sparsi sul cuscino le conferivano un aspetto davvero angelico.
    
    Durò per molti minuti prima che Serena mi scostò la mano, mi sali addosso, ed iniziò a sfregarsi contro di me. La sensazione di un clitoride su un altro clitoride è meravigliosa, sensazionale. L’amore saffico è infinito, sa prendere direzioni totalmente diverse, emulare il rapporto etero, rimanere prettamente omosessuale, o ancora, essere parte dei due in proporzioni variabili. Ci sono un’infinità di fattori che lo determinano. Il nostro, era Amore, quello con la grande A. Serena continuò a sfregare il suo clitoride sul mio per lunghi ...
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