Blade’s royal flush
Data: 21/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... uccisi prima ancora che potesse alzare l’arma. Infine trovai Jeoffrey. Se ne stava seduto su di un biliardo, Aks74U in mano. Decisamente fatto o brillo. O entrambi. Poco importava. -Sicuramente non sei arrivato qui da solo… Qualcuno deve averti aiutato.-, disse. -Oh, sicuro. Ma puoi smettere di farti domande. è stata Karen.-, dissi. -Karen?-, gli occhi di Jeoffrey si aprirono di stupore. -Già.-, dissi, -Ora, se mi permetti di riavere Maria, forse potrai persino uscirne vivo. Con la casa devastata e la servitù decimata, ma vivo.-. Jeoffrey mi sorrise. Un sorriso canzonatorio. -Ho l’arma più grossa.-, disse, -Ho già vinto.-. -Non impari mai, vedo.-, ribattei. Lui sparò. Caprioleggiai in avanti e mi riparai dietro un mobile. Feci per sparare. Clack! Fine delle munizioni. Nel momento peggiore, ovviamente. Estrassi il Tanto. Gettai la pistola oltre il riparo. Udii la risata folle del biondino. -Ti vengo a prendere, figlio di troia!-, esclamò. Idiota. Sapevo perfettamente da che parte stava arrivando e anche cos’avrebbe fatto. Così, mentre avanzava, decisi. Modificai la presa sul Tanto. -Che cosa si prova?-, chiese. Io mi alzai. Praticamente gli spuntai davanti. Jeoffrey ringhiò. E il ringhio divenne un rantolo quando il Tanto gli si piantò nel collo per tutti e quindici i centimetri di lunghezza della lama. Lo sfilai. Sangue a turbina pompato su un altro importante dipinto. Poco importava. Superai il giovane morente dopo averlo alleggerito dell’Ak. Ora dovevo trovare il re ...
... del castello. Due guardie entrarono. Mi gettai a terra. Loro spararono alto. Io no. Raffica ad altezza delle anche. Caddero urlando. Colpi di grazia alla testa. Chirurgicamente preciso. Presi una delle pistole.
Se l’erano cercata, l’avevo già detto e l’avrei ribadito con ogni colpo di pistola, fendente o respiro sino alla fine. Se l’erano cercata spinti dalla convinzione che non avrei osato reagire. Karen mi aveva aiutato ma anche se così non fosse stato, probabilmente sarebbe andata in modo molto simile. Semplicemente quella gente non riusciva a concepire l’idea che qualcuno ben inferiore al loro ceto potesse realmente batterli. Semplicemente, quando si erano arricchiti avevano scordato le loro radici, quello che erano davvero. E dimenticandole, avevano pensato che ora, da ricchi, sarebbe stato tutto più facile. Falso. Io ero lì semplicemente per Maria.
Attraversai due sale. Non c’era più nessuno. O quasi. Poi lo vidi. Il capostipite. Anthony. Sedeva alla scrivania con un bicchiere di vino in mano. M’invitò a sedermi. Scossi il capo. -Sto in piedi.-, dissi. Non puntai l’Ak, che per altro era praticamente a secco, non alzai la pistola. Attesi che parlasse e basta. Anthony mi sorrise. -E così Jeoffrey é morto, eh? Povero idiota.-. Fine dell’elogio funebre per il biondo. -Ha creduto di poter fare ciò che voleva solo perché era ricco? è il problema di molti.-, ammise. -Non il suo?-, chiesi io. -Forse.-, ammise il vecchio. Era grassoccio e quasi calvo. Indossava un ...