1. Blade’s royal flush


    Data: 21/11/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... una coppia c’era. Perfetto -Cip.-, disse il tizio alla mia sinistra. Ecco, quello era un difetto di tanti, troppi giocatori: restare al tavolo, sperarci fino all’ultimo, non sapere quando era il momento di limitare i danni. Uno che prima aveva passato lasciò e se ne andò con stizza. Fantastico. Io non feci nulla, atteso che fosse qualcun’altro a rilanciare. E infine il tizio accanto a me rilanciò. Nervoso. Cinque dollari sul piatto, in aggiunta ai ventidue già presenti. Un bel rilancio in ogni caso. Annuii. Le probabilità erano con me: probabilmente quel tizio aveva solo una coppia, eppure era possibile avesse di meglio. Mi sforzai di leggere tra le righe, aperto a ogni segnale. Niente. Non aveva nulla, lo sentivo dal nervoso e lo vedevo dai tremiti delle mani. Tipico segnale di Bluff. Ora, non serve essere esperti nel poker per capire che un simile dilettante non arriverà lontano ma quel tizio ci credeva proprio. Sguardo fisso, incurante dei segnali che altri davano, un’anatologia umana di idiozia d’azzardo. Anche gli altri non dovettero sforzarsi molto per capire che quel tizio non aveva proprio nulla in mano: videro. Tutti a parte me. Io rilanciai. Di dieci dollari. E fu la catastrofe: il nero e tutti gli altri lasciarono, imprecando sommossamente alla volta della dea bendata o del sottoscritto. Poi fu la volta del tizio che aveva osato rilanciare. Come una pecora decise di vedere. Un’altra carta fu calata. Un Re di fiori. Perfetto. Ora avevo in mano una doppia coppia ma ...
    ... mi limitai a lasciare che fosse lui ad agire. E lui forse capì qualcosa, lo vidi dallo sguardo. Però decise ugualmente di rilanciare. Un idiota che tentava di giocare aggressivo senza averne la minima capacità. Sorrisi. Vidi il rilancio di due piazzando due dollari nel piatto. Infine arrivò il river, l’ultima carta. Due di quadri. Io vidi. Forse ora quel tale capiva in che casino si era messo. Ma decise comunque di rilanciare. Ben dieci dollari. Sorrisi e accettai. E calai le carte. Doppia coppia: re e fanti. Lui, sconsolato mostrò le sue. Un asso e un dieci. Non una pessima mano. In ogni altro caso sarebbe stata valida. Se fosse uscito un asso forse avrebbe potuto risultare veramente pericolosa ma anche in quel caso la doppia coppia mi avrebbe garantito la vittoria. Arraffai con calma misurata i soldi nel piatto. -Cazzo!-, esclamò il pollo. Gli sorrisi. -Se non riesci a vedere il pollo al tavolo, vuol dire che sei tu.-, disse il nero. Io annuii. Era persino meglio della battuta che pensavo di fare. Lui raccattò le sue cose e se ne andò. Io feci un’altra mano poi uscì. Erano le 22.31.
    
    Rieccomi! Dopo la mia avventura con la mutante Flux, la mia vita era andata avanti in un apatico susseguirsi di giorni. Flux mi aveva, a suo modo, marchiato. Era stata capace di lasciare il segno. E non potevo negarlo. Ma io ero deciso ad andare avanti e così, frequentai il Dojo di Maestro Uesagai, grande praticante di Ju Jitsu. Lì avevo conosciuto Maria. Una giovane con ascendenze italiche. ...
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