1. Blade’s royal flush


    Data: 21/11/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... dentro di lei. Gemiti modulati, feromoni a palla, desiderio puro. Il sesso era una cosa maginifica in quei momenti. Se fatto male era il più delle volte uno spreco ma in quel caso… era pura magia. Lo facemmo lentamente, con me che volevo controllarmi, darle tutto ciò che potevo. Quando alla fine godetti nel condom che avevo messo su sua gentile richiesta mi sentii bene. Ci sorridemmo, incapaci di dire alcunché ma consapevoli di essere in un momento e in uno spazio in cui le parole non servivano.
    
    Non la rividi, per un po’. Durante le lezioni che frequentavamo eravamo ancora abbastanza distaccati ma la desideravo, un mondo. Ci rivedemmo. A volte fu semplicemente per una passeggiata, un caffé o un drink. Altre volte era per buttarci tutto alle spalle.
    
    Finché non accadde.
    
    Erano le 23.02 di notte. Era una mano piuttosto consistente. Un piatto di quasi mille dollari. Al tavolo era arrivato un sbruffoncello figlio di papà che voleva farci vedere quanto i soldi potessero contare. Per tutti gli altri aveva funzionato ma non per me. Io era ancora lì. Avevo visto la sua puntata e lui aveva strabuzzato gli occhi, sbalordito da una simile audacia e disponibilità finanziaria. Accanto al piccino di padre decisamente ricco c’era una donna. Almeno sui trentacinque, procace, bionda. Inguainata in un vestito di Versace. Molto bella ma sicuramente un’accompagnatrice. Sorrisi alla donna e poi fissai il mio avversario negli occhi. Avevo in mano un asse e un cinque. Pessima mano ma sul ...
    ... tavolo c’erano due assi, un re e un fante. Se fosse uscito un’altro asse avrei avuto un poker d’assi. Oppure, con un cinque, un full. Attesi. Il belloccio puntò, fiduciosissimo. Io sorrisi, nessuna simpatia. Quell’idiota era lì per vincere e credeva che i soldi gli dessero chissà quale immenso potere. Ignora il mio buonsenso che mi diceva di lasciarlo vincere e puntai a mia volta. Ultima carta. Attimi di tensione. Se avevo letto bene la sua espressione, aveva anche lui qualcosa. Purtroppo il profumo di cui era ammantata quella tipa non mi permetteva granché di chiarezza. Cinque di fiori. Full. Non sorrisi, niente. Attesi. Il tizio sorrise. Poi, visto che nessuno puntava, scoprimmo le carte. Io avevo un Full. Lui una doppia coppia. Il suo sorriso si congelò. Vidi i suoi pugni stringere il tavolo e sbiancare. Incassai, calmissimo. Niente da dire. Avevo vinto. Fine. Mi voltai per andarmene nel silenzio di quella bisca. -Non finisce qui!-, esclamò il bellimbusto. Io sospirai. L’avevano sempre detto. Probabilmente non l’avrebbero mai fatto. Probabilmente.
    
    Maria non rispose al telefono e non si presentò al Dojo l’indomani. Mi fu detto che non aveva avvisato nessuno, come se fosse sparita nel nulla. A casa sua, niente segni di effrazione o nastri della polizia. Ma la verità mi apparve chiara, anche prima di arrivare a casa dove, infine trovai una lettera. La aprii, immaginandone perfettamente il testo. Scritta a computer, di fresco. “Abbiamo la tua ragazza. Vieni a questo indirizzo ...
«1...345...13»