Blade’s royal flush
Data: 21/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... ma verranno a prenderti tra poco, e non possiamo rischiare. Ti aspetterò nelle mie stanze, nell’ala est della Villa.-, disse. E si girò andandosene.
Ora, non sono uno sprovveduto. Immaginavo perfettamente che quella potesse essere la verità o una bella bugia ma sicuramente, in un momento del genere, scelte non ne avevo. O agivo o morivo. Karen (posto che quello fosse il suo nome) mi aveva dato un’occasione di cambiare le carte in tavola. Ma c’erano connessioni che sfuggivano. Cose che non quadravano, interrogativi irrisolti. Che però avevano scarsissimo peso nel presente. Sospirai. Comunque la si mettesse, là dentro ci sarebbe stata una strage. La domanda che m’importava era: io e Maria saremmo stati tra le vittime? Avrei fatto tutto il possibile perché la risposta fosse “no”.
Arrivarono a prendermi. In due. Un tizio smilzo e magrolino e un nero che aveva una ridicola pettinatura afro. Li fissai, inespressivo. Dovevo aspettare che si avvicinassero ancora un po’. -Bene, é arrivato il tuo momento, bastardo!-, esclamò il nero. L’altro stava zitto. Molto intelligente. Sguardi rapidi. Armi nelle fondine, che però erano slacciate e pronte all’estrazione. -Dovreste aiutarmi ad alzarmi.-, dissi. Uno dei Bodyguard sorrise e mi prese per un braccio facendomi alzare. L’altro, quello attento, era a meno di un metro da me, pigramente appoggiato alla gabbia. Un errore fatale. Erano alla distranza giusta. Snikt. Gli artigli uscirono e le corde caddero. Quello che mi reggeva fece la ...
... cosa più stupida che poteva: un passo indietro. Non due, tre o quattro. Ma uno. Che mi diede lo spazio per trapassarlo con gli artigli della mano sinistra mentre la destra fendeva l’aria e poi la carne del petto del tizio che si era incautamente avvicinato. Due in meno. Presi le pistole. Armi dozzinali ma a sentire Karen le mie armi dovevano essere da quelle parti… Telecamere nel locale non ce n’erano. Ma sicuramente ce ne sarebbero state. Dovevo essere rapido. Abbattere l’accoppiata padre e figlio e trovare Karen. E capire che fine avesse fatto Maria. Perché non si era accennato che minimamente a lei? Perché Karen non ne aveva quasi parlato? Era già morta? Oppure non l’avevano mai presa. Per ora non serviva inseguire le divagazioni della mente. Ciò che avevo bisogno di fare era agire. Ora.
Corridoio. Nessuna telecamera. Lo attraversai rapidissimo. Perlustrai le cantine. Bottiglie di vino, un garage sotterraneo con tre macchine e due guardie che liquidai rapidamente e col minimo rumore possibile. Infine eccogli armadietti. Perlustrai la stanza e trovai il mio Tanto. Lo rimisi alla cintura. Ora potevo andare a farli fuori. Avevano commesso un errore credendo che uno come me si potesse comodamente catturare ma io non ero il tipo da lasciare impuniti errori simili. In più conoscevo abbastanza bene il tipo. Jeoffrey e Anthony erano quel tipo di persone che pensavano che i soldi fossero tutto e dessero potere su tutto. Sbagliatissimo oltre che stupidissimo come modo di vedere le ...