1. Blade’s royal flush


    Data: 21/11/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... morirai qui.-, disse la bionda, -Non subito, almeno. Jeoffrey vuole prima vendicarsi e per farlo ti farà soffrire, parecchio. Ci teneva molto a vincere quella partita, anche senza il mio aiuto…-. -Avrebbe dovuto evitare di fare il coglione e pensare, invece.-, ribattei io. Lei sorrise, di nuovo. -Già. Lo pensi davvero.-, disse. -Sai cosa penso?-, chiesi io premurandomi di immaginarmela in atteggiamenti degni di una pornostar. Lei mantenne quel sorrisetto del cazzo. -Sì. E in parte avresti anche ragione. Jeoffrey non mi merita. Sono anni che ci prova. Suo padre, Anthony, lui é di un’altra pasta. Ma neanche lui mi merita. Tu?-, chiese. Pareva divertita. Io rimasi zitto. -Ah, beh, puoi anche tacere ma secondo me ti piacerebbe. Un’ultima possibilità di godere della vita prima che ti venga strappata via.-, disse la bionda. -Perché negarlo? Si vive oggi ma non é detto che si viva anche domani.-, ribattei io. Inutile mentirle. -Ah, lo sapevo. Fiero. E non hai paura. No, la morte in battaglia non ti spaventa. Ma temi per Maria… Non temere. Lei é con noi, ora.-, il pensiero di Maria torturata e forse già morta mi fece salire una rabbia bestiale. Sguainai gli artigli senza pensare. -Zitta!-, ringhiai. Inspirai, cercando di calmarmi. -Altrimenti?-, chiese lei, -Affetterai l’aria?-. -Se pensi che finirà così ti sbagli di grosso.-, ringhiai. -Oh, Mi deludi parecchio, mio artigliato amico.-, disse lei, -Io non penso proprio che finirà così. Io penso che tu possa aiutarmi a uccidere ...
    ... quell’idiota di Jeoffrey e anche suo padre. Che te ne pare?-. Ragionai. Non avevo modo di sapere se bluffava o no. Potevo solo rilanciare. Rischiare di più, consapevole che avrei potuto perdere tutto. -Accetto.-, dissi. La bionda sorrise. -Il mio nome é Karen.-, disse presentandosi. Io non le dissi il mio. -Le tue armi e tutto ciò che avevi é in una stanza poco lontana. Siamo nei sotterranei della villa di Anthony. Il padre é fiero e sicuro di sé quanto il figlio. Ossia troppo.-, disse Karen. Io la guardai. -E tu?-, chiesi, -Come sei finita in tutto questo quadretto?-. -Io ero solo una ragazza con un talento che Anthony volle usare per divenire più potente. Per farlo, mi fece rapire e piazzò una microbomba nel mio collo. &egrave impossibile rimuoverla e se lui dovesse capire che io sono dietro a tutto questo… morirei in modo orribile.-. I suoi occhi non mentivano. -Capisco. Allora, cosa farai?-, chiesi. -Per iniziare ti slegherò. Leggermente, abbastanza da permetterti un margine di gioco.-, disse lei. Io annuii. Ormai era la sola possibilità che avevo. Lei entrò. Il tacco dodici batté sul cemento davanti a me. Era bella, l’idea di farmela non era neppure troppo male. Ed era decisamente bastarda. Ma motivazioni a parte, avevo due ottime ragioni per sbudellare Anthony e figlio, ora. Karen si chinò su di me. Mi sfiorò le labbra con un bacio. Io risposi. Lei lo approfondì. Le infilai la lingua in bocca. E sentii qualcosa. Le mani erano più libere ora. Lei sorrise rialzandosi. -Rimarrei ...
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