1. Lezione di geometria


    Data: 04/11/2018, Categorie: Tradimenti Autore: HarrymetSally, Fonte: Annunci69

    ... in sottofondo.
    
    Esitante e con uno sferragliare d’ansia nel cervello, presi la decisione che mi avrebbe cambiata per sempre. Scostai leggermente la porta dal battente, appena il necessario per permettermi di intravedere ciò che accadeva nell’antibagno.
    
    La donna si era voltata con il viso rivolto verso lo specchio, le mani strette ai bordi del lavabo. Aveva inarcato la schiena e aperto le gambe. Esile ed elegante com’era, sembrava uno stelo di rosa dai petali rosso acceso.
    
    L’uomo era in ginocchio dietro la donna, le mani strettamente serrate sulle natiche di lei e la faccia che le affondava voluttuosamente nel culo. Leccava avidamente e lei rispondeva con gemiti sempre più intensi.
    
    Il viso della rossa era una maschera di godimento, mentre si abbandonava a lui.
    
    “Sembri fatta di seta e velluto” le sussurrò il maestro di tennis, e nel farlo gettò un’occhiata nella mia direzione. Richiusi immediatamente la porta, nella speranza che non mi avesse notata.
    
    Il cuore mi batteva all’impazzata e quel languore nella fica era diventato un battito incessante, una pulsazione che non riuscivo in alcun modo a calmare.
    
    Sconvolta da ciò che stavo facendo, mi calai i leggins fino a metà coscia e infilai la mano nei miei slip.
    
    Sentii la pelle perfettamente depilata in mezzo alle cosce e, con un interesse che non avevo mai avuto prima, esplorai la morbidezza della mia stessa carne, lasciandomene conquistare. Osservai la mia mano farsi liquida, ricoprirsi progressivamente di ...
    ... umori viscosi. Come guidata da una volontà estranea, me la portai alle labbra e assaggiai. La scoperta del mio stesso sapore mi inebriò e mi rese più audace. Ricominciai a toccarmi, dapprima con leggerezza, poi sempre più insistentemente, stimolando il clitoride. Con l’altra mano aprii nuovamente la porta, e incontrai lo sguardo del maestro di tennis. Stava ancora in ginocchio e depositava delicati baci sulle natiche della donna, mentre con una mano da sotto le accarezzava dolcemente la fica. Mi guardò e sorrise, portandosi l’indice dell’altra mano alle labbra per rivolgermi l’inequivocabile invito a fare silenzio.
    
    Sempre più stupita di me stessa, mi trovai a sorridergli. Aprii la porta ancora un poco, per mostrargli il lavoro che stavo compiendo su me stessa.
    
    Lui mi sorrise di nuovo, senza smettere di dedicarsi al piacere di lei. La maestria con cui le sue dita compivano cerchi concentrici sul clitoride della donna quasi mi abbagliò, e mi trovai ad accelerare con la mano. Il piacere divenne insopportabile. Sentii il desiderio di urlare e dovetti mordermi con forza le nocche dell’altra mano per non rovinare tutto.
    
    Il maestro di tennis notò quel gesto e mi sorrise di nuovo, annuendo la sua approvazione.
    
    Io aprii ancora di più la porta e spalancai le gambe per lui, offrendo alla sua vista la mia fica oscenamente esposta e la mia mano, intenta a darmi piacere. Quanto avrei voluto fosse la sua!
    
    Lui esercitò una lieve pressione sui fianchi di lei, facendola voltare ...
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