1. Lezione di geometria


    Data: 04/11/2018, Categorie: Tradimenti Autore: HarrymetSally, Fonte: Annunci69

    Ormai avevo deciso, l’indomani avrei comprato una bambola vodoo, l’avrei chiamata Fede e le avrei puntato una decina di spilli sulle tette.
    
    Federica era mia amica fin dai tempi delle superiori e la adoravo, ma lei continuava a ripetere lo stesso errore, e io a cascarci tutte le volte.
    
    Dunque, andava così. Lei si prendeva una sbandata per qualche studente di economia della Bocconi, un lampadato col macchinone e il portafogli gonfio. Ci usciva un paio di volte, e verso il terzo appuntamento gliela dava. A quel punto si convinceva che doveva essere amore, perché lei mica era una ragazza facile che la regalava in giro! Siccome era vero amore, doveva assolutamente farlo conoscere alla sua migliore amica. La migliore amica della Fede si chiamava Annalisa, ed era una studentessa di Lettere al terzo anno, figa ma un po’ secchiona e dal carattere acidello. Una che si era fatta una cerchia di amici molto ristretta e se non eri tra loro non ti salutava nemmeno. Il motivo per cui Annalisa era tanto preziosa è che possedeva un vero e proprio radar anti-stronzi, una manna per chi come la Fede perdeva la zucca facilmente. Una serata con un tizio, e Annalisa era in grado di dirti quando, come e per quale motivo vi sareste lasciati. Una maga.
    
    Avete indovinato ovviamente. Annalisa, la figa di legno col radar, sono io, e come circa ogni trimestre mi toccava uscire con il nuovo fidanzato della Fede. Ad accrescere lo spaccamento di palle, la Fede, nella sua infinita magnanimità, aveva ...
    ... deciso che la sua migliore amica non doveva essere declassata al rango di reggi-moccolo, per cui aveva chiesto al suo fidanzato con la faccia da Justin Bieber dei poveri di portare un amico.
    
    Ed ecco come mi ritrovavo seduta al tavolo di uno dei locali più cool dei navigli, con la faccia più floscia della foglia di menta che galleggiava nel mio bicchiere di Mojito. Gettai uno sguardo al di sopra del bicchiere. La Fede si era avvinghiata a Marco, questo era il nome del fidanzato del mese, manco fosse un koala, e continuavano a scambiarsi le lingue e mormorarsi battute a cui ridevano soltanto loro.
    
    Volevo bene a Federica e, anche se nessuno guardandola quella sera lo avrebbe sospettato, la trovavo una ragazza intelligente. Il suo unico problema è che ogni volta che incontrava un ragazzo dava in beneficienza metà del cervello.
    
    Di fianco a me, il mio appuntamento al buio, un tizio di nome Leonardo che a quanto pare tutti, nella sua compagnia chiamavano Schizzo, per motivi che preferivo non sapere. Schizzo era uno di quei tizi che ritenevano che fare i brillanti fosse una specie di missione. Meno attraente di Marco e, a giudicare dalla macchina, meno ricco, si era probabilmente convinto di poter compensare con la personalità, con il deprimente risultato che non stava mai zitto. In quel momento, aveva appena finito di raccontare l’ennesima barzelletta sugli studenti di filosofia.
    
    Feci finta di ridere, spostai la sua mano che si era “casualmente” posata sul mio ginocchio e ...
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