1. Lezione di geometria


    Data: 04/11/2018, Categorie: Tradimenti Autore: HarrymetSally, Fonte: Annunci69

    ... mi voltai dall’altra parte.
    
    Al tavolo di fianco al nostro c’era un terzetto, due uomini e una donna.
    
    Lei era molto bella, sui quaranta. Una di quelle che metteresti la firma per diventare, tra una quindicina d’anni. Indossava un corto abito nero con una scia di piccole borchie color oro lungo il fianco, e degli stivali scamosciati scuri con tacco alto. Nel sedersi, il vestito si era leggermente sollevato e aveva rivelato l’orlo di un’autoreggente e un lembo di pelle candida.
    
    I capelli erano di un rosso scuro e le labbra accese color cremisi. Emanava un profumo che mi parve familiare, anche se non fui in grado di riconoscerlo.
    
    Adagiato sul divano di fianco a lei c’era un uomo alto e dalle spalle larghe, vestito con un jeans e un elegante girocollo nero. Aveva occhi color ghiaccio, il cranio rasato e la mascella squadrata ricoperta da un filo di barba. Un paio di anni fa ero stata in terapia per un piccolo problemino alimentare e durante una seduta era uscito fuori che uomini con quel tipo di mascella sono persone che si incazzano facilmente. In effetti il tizio non sembrava uno con cui scherzare. La sua mano era stretta sulla coscia di lei, in un inequivocabile gesto di possesso. Seduto di fronte alla coppia c’era un uomo leggermente più giovane, con il fisico asciutto e il volto abbronzato che avevo imparato ad associare ai maestri di tennis. Aveva una faccia simpatica e gioviale, quasi l’opposto del tipo duro di fronte a lui. Tutti e tre ridevano di gusto e ...
    ... sembravano godersi la serata assai più di quanto non stessi facendo io. Era strano osservarli. Lei aveva una inconsueta disinvoltura nel mostrarsi, e anche nell’accettare il tocco invadente del suo uomo. Al tempo stesso, i suoi occhi erano maliziosi e suadenti quando li volgeva verso il maestro di tennis.
    
    Provai una invidia istintiva verso quella donna. Invidiavo la sua bellezza matura ed elegante, e le invidavo gli uomini con cui era uscita, assai più originali e interessanti di quell’esemplare made in china che mi ritrovavo tra le mani. Quasi a incrementare quella sgradevole sensazione, il tipo incazzoso aveva afferrato la donna per i capelli e le aveva sfacciatamente infilato la lingua in bocca, apparentemente noncurante sia del terzo invitato, sia di tutti gli altri avventori del locale.
    
    Riassumendo, avevo la Fede che mi limonava davanti e la rossa con il suo tipo duro che mi limonavano di fianco. Un po’ troppo per un giovedì sera.
    
    Mi alzai spazientita e un po’ irritata per quella mancanza di buone maniere, ignorando lo strano languore che avvertivo al basso ventre, e farfugliai una scusa.
    
    Schizzo mi rivolse uno sguardo contrariato. Avevo interrotto a metà una delle sue meravigliose barzellette, ed era apparentemente una cosa imperdonabile.
    
    “Tutto OK?” chiese la Fede, staccandosi per un attimo dal suo boy.
    
    “Sì, tranquilla, vado a chiedere un altro di questi, – risposi, indicando il bicchiere di Mojito sul tavolo, il cui contenuto era ormai una poltiglia di ...
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