1. Lezione di geometria


    Data: 04/11/2018, Categorie: Tradimenti Autore: HarrymetSally, Fonte: Annunci69

    ... ghiaccio semidisciolto – voi volete qualcosa?”
    
    “No grazie, io sto a posto” disse Marco.
    
    “Guarda che il cameriere passa tra un po’, non c’è bisogno che ti alzi” protestò Federica.
    
    “Non fa niente – replicai – non mi dispiace sgranchirmi un po’ le gambe.”
    
    “Torna presto piccola” disse Schizzo, cercando di cingermi la vita con un braccio che schivai come fosse stato avvelenato.
    
    Mi diressi verso il banco del bar. Fortunatamente c’era coda, e questo mi diede un po’ di tempo.
    
    Sentivo un gran caldo. Il locale era gremito, per cui in un certo senso non era strano, ma io ero vestita soltanto di un paio di leggerissimi leggins attillati e una maglia a maniche lunghe in cotone, e mi sembrava di sudare come se fossi sotto una coperta termica. Ancor più strano, era come se quel calore arrivasse da dentro, da un punto imprecisato tra il petto e lo stomaco, e risalisse lungo la gola. Avevo letto che gli attacchi di panico cominciano così, e per un attimo mi chiesi se stessi per avere una crisi.
    
    Mi guardai intorno. Era tutto un brulicare di figli di papà vestiti come grandi manager e ragazze agghindate per partecipare una sfilata che fingevano di divertirsi assieme, quando gli uni cercavano la scopata facile e le altre un selfie sul macchinone per far sbavare le amiche.
    
    Ero una di loro, compresi, e la consapevolezza mi colpì come un manrovescio sulla faccia. Sentivo il rossore salirmi fino alle guance. Mi feci largo tra la folla e uscii in strada, respirando l’aria ...
    ... densa e pungente dell’autunno milanese.
    
    Accolsi con gratitudine il soffio freddo sul viso, e cominciai a sentirmi meglio.
    
    Calmati, dissi a me stessa, ora tu torni là dentro e finisci di bere quella sbroda che hai nel bicchiere. Ridi a un paio delle cazzate di Schizzo, saluti tutti e te ne torni a casa. Domani è un altro giorno.
    
    Avere un piano fu rassicurante, ma per qualche motivo continuavo a tornare con la mente alla donna dai capelli rossi e ai suoi due accompagnatori. C’era qualcosa in quel trio, una geometria che non riuscivo ad afferrare eppure mi affascinava. Il carisma intimidatorio dell’uomo con la testa rasata e il fascino giocoso dell’altro si incrociavano e collidevano attorno al centro di gravità costituito da lei, da quella donna minuta e incredibilmente elegante, con le sue labbra cremisi e la pelle color del latte. Pensai a Cleopatra, Cesare e Marco Antonio, e per qualche motivo quell’immagine mi fece sorridere. Chissà se i due si sarebbero sfidati a duello prima della fine della serata…
    
    Con rinnovata curiosità, tornai al tavolo.
    
    Schizzo raccontava barzellette mentre la Fede e Marco pomiciavano. Niente di nuovo sul fronte occidentale.
    
    “Non hai preso da bere?” chiese Federica quando si accorse che ero tornata.
    
    “Alla fine ho pensato che domattina devo studiare e che è meglio non esagerare.”
    
    “Dai, allora siediti” disse Schizzo, accompagnando quell’invito con una mano che si era allungata a prendere la mia. Mi divincolai gentilmente, ma con ...
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