1. L'amore al tempo della quarantena


    Data: 01/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... sbottonò i pantaloni e se li calò a mezza coscia. Gli occhi del gendarme brillarono un momento alla luce ormai fosca del tardo pomeriggio, poi, in tono truce:
    
    “Anche le mutande!”, gli ordinò.
    
    Trovarsi davanti a quello sconosciuto con i pantaloni calati e le palle al gelo fu una sferzata di libidine per il povero Gualtiero, che rabbrividì, ma non tanto per il freddo, mentre un fremito gli pervadeva l’uccello , che accennò un lieve intostamento. Il bel gendarme ghignò.
    
    “Stendi a terra il mantello, - gli ordinò – e sdraiatici sopra.”
    
    Ignorando ormai il freddo umido del parco, il giovane si slacciò il mantello, lo stese a terra e ci si sdraiò sopra, puntellandosi sui gomiti.
    
    Si sentiva esposto, vulnerabile, del tutto in balia di quel gendarme, che ormai lo aveva in pugno. E che si avvicinò fino a sovrastarlo.
    
    “Adesso abbiamo anche gli atti osceni. – fece con un ghigno – Possiamo dire che ti abbiamo sorpreso in un angolo del parco, seminudo e con i pantaloni calati, mentre aspettavi che sopraggiungesse qualcuno, per fare qualcosa di sconcio, nonostante l’ordinanza prescriva di stare almeno ad un metro di distanza l’uno dall’altro... E siamo alla terza infrazione.”
    
    “Ma io non stavo aspettando nessuno…”, protestò debolmente Gualtiero.
    
    “Ma se fosse arrivato, non ti saresti tirato indietro, lo avresti agganciato e avreste fatto le vostre porcherie! Non ti sei forse calato i pantaloni, davanti a me?”
    
    “Ma se è stato lei…”
    
    “Sono stato io, cosa? Se non ...
    ... vedevi l’ora che arrivassi per metterti a culo nudo! Credi davvero che non ti abbia visto, nascosto dietro i cassonetti? Credi che non mi sia accorto di come sbavavi a guardarmi, mentre passavo? Ho capito subito che tipo eri e che ti avrei trovato qui. E adesso, prendi quell’affare flaccido e fatti una sega!”
    
    Gualtiero lo fissò inebetito.
    
    “Forza! Ti ho detto di farti una sega!”, ripeté il gendarme, minacciandolo di nuovo col mitra.
    
    Ormai del tutto succube della forza e dell’erotismo che l’altro sprigionava, Gualtiero si prese con due dita l’uccello floscio e cominciò lentamente a stimolarlo. E intanto fissava il suo torturatore, prima a lungo negli occhi; poi il suo sguardo scese lungo la sua persona, fino a fissarsi sulla protuberanza alla convergenza delle cosce, quella protuberanza che la stretta divisa metteva magnificamente in risalto. Si leccò le labbra, mentre il suo cazzo cominciava a prendere consistenza e la sega prendeva l’avvio.
    
    Sovrastandolo a gambe larghe, l’altro lo fissava con gli occhi lucidi, e mentre con la sinistra abbandonata lungo il fianco teneva ancora in mano il mitra, con la destra cominciò a massaggiarsi l’inguine…
    
    “E’ questo che stai guardando, vero, frocetto? – disse con voce roca, leggermente ansimante – Lo vorresti? Oh, sì che lo vorresti… lo preferisci in bocca o tutto dentro quel tuo culo bastardo?”
    
    Gualtiero lo fissava fra le gambe come ipnotizzato: fissava quella mano pallida che strizzava lascivamente il montarozzo sempre più ...