1. L'amore al tempo della quarantena


    Data: 01/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    [N.B. Quanto narrato nel seguente racconto è opera di fantasia: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è del tutto casuale.]
    
    La pestilenza imperversava sulla Città da ormai troppo tempo, l’opera di medici, cerusici e speziali si era rivelata finora inefficace: il contagio si espandeva, senza nulla che riuscisse a contrastarlo, e i morti si accumulavano ai bordi delle strade, dove venivano raccolti dal servizio di nettezza urbana e sepolti in fosse comuni senza neanche un rito funebre a consolare i parenti afflitti. Ammesso che ci fosse ancora qualcuno disposto ad affliggersi in quella desolazione generale.
    
    Il fallimento della scienza medica aveva allora indotto il Governatore Generale ad imporre il coprifuoco esteso all’intera giornata, con una breve pausa dalle undici a mezzogiorno, per permettere alla gente di procurarsi qualcosa da mangiare. Ma gli esercizi commerciali e le botteghe erano ormai quasi tutti chiusi, non essendoci più nulla da commerciare, se non qualche piccione scheletrito che era stato così improvvido da farsi catturare.
    
    Nel resto della giornata, nessuno poteva lasciare le proprie abitazioni, pena multe severissime, se non l’ergastolo, qualora si venisse riconosciuti untori del contagio.
    
    Gualtiero camminava in fretta per la strada deserta, scivolando lungo i muri delle case silenziose; per quanto avvolto strettamente nel suo mantello, ogni tanto sentiva un brivido percorrerlo in tutta la persona, ma non tanto per il freddo pur ...
    ... pungente in quel pomeriggio di febbraio, quanto per la paura di incocciare in qualche ronda della milizia cittadina.
    
    Sapeva che se lo avessero beccato, non se la sarebbe cavata tanto facilmente, non avendo nessun motivo realistico e impellente per essere in giro a quell’ora: semplicemente non ce la faceva più a starsene chiuso in quella stanza fredda e umida, in quella casa vuota, dove si respirava la decomposizione, prima ancora di morire. Non ce la faceva più Gualtiero a sopportare la solitudine e il silenzio di quelle pareti, che sembravano restringerglisi addosso, così si era intabarrato nel mantello ed era scivolato fuori, ritrovandosi ora a camminare in fretta, rasente i muri e con la paura della ronda, ma respirando quasi con gioia quell’aria pulita e frizzantina che sapeva di libertà.
    
    Finalmente cominciò a sentirsi un po’ sollevato: il parco distava poco, ormai. Certo, le ultime ordinanze proibivano severamente di frequentare luoghi pubblici e in particolare i parchi, ma Gualtiero era disposto a rischiare: erano quasi tre mesi, dall’inizio della quarantena, che non vedeva un cazzo e il desiderio che ne aveva era talmente spasmodico da sentirsene lacerare solo al pensiero.
    
    Non sapeva neanche lui cosa avrebbe dato pur di toccarne uno, di stringerlo fra la mani caldo e pulsante, di annusarne l’aroma asprigno, di gustarne le deliziose primizie… Gualtiero si sentì fremere a quei pensieri licenziosi e nella palpitazione quasi orgasmica del momento si sentì girare la ...
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