1. UN LIBRO FOTOGRAFICO


    Data: 11/02/2018, Categorie: Etero Autore: PARON_MARIO, Fonte: RaccontiMilu

    ... che non avevo infilato l’intimo. Ora ero li, seduta sul letto che guardavo la mia immagine riflessa allo specchio. Si, ero una bella donna e ero sicura che sarei riuscita a convincere mio marito a fare un book fotografico che tra l’altro avevo già iniziato. Decisi così di rimanere ad aspettarlo in vestaglia, ma prima fissai un appuntamento con la mia estetista per farmi depilare la farfalla come mi aveva chiesto lui. Per un momento mi sentì una pornodiva chissà una volta depilata quando mi avrebbe visto in che pose mi avrebbe fatto mettere. Effettivamente con il mio ciuffo di peli tagliato in quella maniera avrei avuto ben poco da nascondere, anzi, avrei avuto tutto in vista. Nel camerino dove lui mi aveva mandato per spogliarmi avevo visto diversi capi in pelle o in similpelle e poi alcune scatole con sopra l’immagine inconfondibile di giocattoli atti a dare piacere . Ora ero certa che li avrei usati, e se lui avesse sorvolato su quei giocattoli in camerino lo avrei chiesto io di usarli sul mio corpo. Almeno di poterli vedere. Così mentre avevo queste immagini nella mia testa sentì la chiave nella toppa , era mio marito, il mio uomo che rientrava. Lo zainetto all’ultima moda portato a spalla, era impeccabile, giacca, cravatta e pantaloni leggermente aderenti che finivano esattamente alla caviglia. Mi piaceva, eccome se mi piaceva . Rimase leggermente stranito trovandomi in accappatoio, non era mai successo a sua memoria. Mi avvicinai a lui con il mio classico sorriso da ...
    ... gatta e’..un alone di profumo lo avvolse. Gli sfiorai la patta dei pantaloni, prima leggermente ‘e’.sempre fissandolo negli occhi: ‘ Sono tornata eccitata dal lavoro, non so che cosa sia successo, ma ora ho voglia del mio uomo, ho voglia di te’ E così parlando gli strinsi la patta scandendo le parole ‘ Voglio questo’ . Gli piantai un lingua lingua furibondo e così facendo iniziai a sbottonargli la camicia continuando a baciarlo con voracità. Lui, allargò le braccia e mi lasciò fare, sapeva ormai dove volevo arrivare : al contenuto dei suoi pantaloni. Lo ebbi in bocca, discesi lentamente sul suo petto con la mia lingua fino ad arrivare li. Leccai il suo lui quasi fosse un gelato, leccate lunghe dalle palle fino su in alto alla sua punta. Mi piaceva, l’eccitazione aveva ripreso ad aumentare in me, quel sapore di maschio. Ebbi una sua palla completamente in bocca, la strinsi lentamente con i denti in modo che intuisse quello che facevo, il tempo nel sentirmi dire ‘ ‘ Che porca che sei, sei una puttana nata, un vero animale da letto’ Non risposi persa come ero, continuai a leccarlo e passai a succhiarlo, mentre con un dito lo stuzzicavo sotto le palle facendolo tremare. Il suo cazzo si stava rivitalizzando con quella cura d’urto che gli stavo facendo, gli volevo aspirare anche le palle, sentivo già in bocca il preavviso del suo piacere, le vene stavano entrando in rilievo, diventava sempre più grosso per il mio piacere. Mi fermai un momento, iniziando a segarlo lentamente’. ‘La tua ...
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