Inedita succursale d’attrazione
Data: 10/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... pendente a forma di cerchio ci attendevano al bancone:
‘Benvenuti nel nostro club, mi servono i vostri documenti e dei soprannomi che userete per chiamarvi all’interno del locale. Qui nessuno ha più un’identità, perché potete essere chi volete una volta entrati. Leggete attentamente le istruzioni di comportamento: è la donna che decide e dirige il gioco. Al piano bar sono a vostra disposizione aperitivi e cocktail. Prego. Buona serata’.
Professionalità e cortesia. Ho bisogno di bere, ghiaccio tanto ghiaccio, ho la gola in fiamme, ho bisogno di stordirmi ancora di più. Due ragazzi ci hanno aperto un’altra porta introducendoci nel locale. Tutto è in penombra, gli occhi fanno difficoltà ad abituarsi, io afferro la mano di Padrone stringendogliela, perché ho bisogno di sentirmi rassicurata:
‘Non preoccuparti mia piccola Rossana, vieni, seguimi’.
Io sto per tradire me stessa. Non mi riconosco più. Ho paura, ma ho voglia di cazzo, il pensiero d’entrare in un luogo dove l’amore è soltanto desiderio del corpo mi terrorizza e mi eccita insieme. Sto per godere del mio corpo nella sfrenata passione del sesso, sto per tradire l’affetto ben rodato d’un un rapporto tranquillo. Padrone è già stato lì, forse ci porta le sue amanti, forse annienta completamente la loro voglia d’essere amanti, per diventare solo schiavo del suo desiderio, chissà. Ora ci sono io, freddo e ghiaccio, sento freddo dentro, perché ghiacciata è la bibita che sorseggio, una ...
... vodka alla pesca. Io l’ingoio giù in un sol fiato, sento un calore bruciarmi lo stomaco, tuttavia mi sento meglio. Stanotte sono la sua serva, la sua amante per godere. L’atrio della villa s’apre con un enorme salone isolato dal resto del locale da finte palme, cespugli di plastica, statue romane, piccoli ruscelletti e ponticelli di legno. E’ la riproduzione d’un giardino interno con le statue di Afrodite, Eros, Venere e Psiche, da stagliarsi con il loro bianco gessato anche se il salone è in penombra. Le pareti sono dipinte con scene mitologiche, rappresentano tutte scene d’amore. In una c’è un satiro che s’accoppia con una ninfa, lui ha gli occhi rivolti all’indietro stravolto dal piacere, lei è languidamente appoggiata sull’erba.
Intorno a me c’è tanta gente, voci confuse parlottano, ma non riesco a distinguerli che cosa tramano, la musica di sottofondo è molto alta, tutto è confuso, poco illuminato nascosto, silenzioso. Dal salone s’estendono una serie di stanze, sono impersonali, una in fila all’altra, tutte uguali, come le stanze d’albergo, con i letti duri con una coperta scura, i muletti simili a quelli delle uscite d’emergenza, coperti da foulard per lasciare che filtri solamente una luce opaca e tantissimi fazzoletti, fazzoletti in ogni stanza ordinatamente appoggiati sui comodini. Padrone, tenendomi stretta la mano senza parlare mi conduce per visitare ogni stanza, lui si muove agilmente al buio. Alcune stanze sono vuote, in ...