1. Maria Cristina e l’ Officina delle Bambole


    Data: 15/09/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Anale Hardcore, Autore: Andy88xy, Fonte: xHamster

    ... minuscola e lieve.
    
    La Natura le aveva donato la Grazia, e la Grazia le donava la Vita e le Strade per incontrare la Felicità.
    
    Ormai avevo commesso l’errore di considerarla una dea, di allontanarla, forse, dopo aver sofferto tanto nel desiderio del suo corpo, ma dopo aver passato pochi minuti in quell’incontro al caffè mi resi conto della mia anima che gridava e desiderava la sua carnagione color latte. Avrei voluto sciogliere ed accarezzare i suoi capelli neri per poter stringere i polpacci e le sue lunghe gambe.
    
    Erano ritornate le mie mani, avide di corpi di donne, e la mia sete di amore e di sesso. Il mio sguardo andò sulle sue gambe e poi più in su, sui fianchi,sul seno, e le guardai i suoi occhi neri, come la pece. Decidemmo di spostarci tra la confusione dei turisti del centro a casa mia.
    
    Così furono esaurite tutte le nostre domande perché, dopo pochi istanti già morivano sulle lingue avide che si intrecciavano, si riconoscevano, si impadronivano delle parole e del discorso lasciato in sospeso tutti gli interrogativi e le ansie. Nell’intimità dell'appartamentino, inciampando tra i vestiti mentre ci spogliavamo, i nostri corpi si cercarono per unirsi: due mezze mele che ricomponevano il frutto bello e rosso, di azzurro e di mare, della giovinezza.
    
    Ci siamo amati, quella mattina del nostro primo incontro, dopo anni in cui ho elemosinato, gridato, pianto e desiderato il suo corpo in modo struggente, con quel male al cuore che appaga e sfinisce, e dà senso ...
    ... alla vita. Si alzò dal letto col reggicalze ancora addosso, letto in cui per tutta la notte eravamo stati dei frammenti di luce spezzata, dei battiti di ali riflessi in uno specchio, come naufraghi in una tempesta.
    
    Da quel giorno Maria Cristina divenne mia, la mia amica, la mia amante, la mia divinità da profanare.
    
    Era ormai diventata sempre più agile e leggera,ad ogni nostro incontro. Mentre i mie baci percorrevano ogni centimetro del suo corpo e le mie angosce pendevano dalle sue labbra, si faceva sempre più strada, nella sua testolina, un desiderio perverso che avrebbe voluto realizzare con la mia collaborazione.
    
    Era una vecchia idea del liceo, prima che si fidanzasse con quello che poi è diventato il suo attuale marito.
    
    Fu molto chiara:”Vedi Antonio, quello che desideravamo entrambi è successo; io sarò magistrato e tu lavori per una importante casa editrice. Il nostro amore è sfociato nella passione che covava come fuoco sotto la cenere. Desidero di più. Non mi basta più mio marito e rischi di non bastarmi più tu.
    
    Ti pongo una condizione, se la accetti potremo continuare a vederci, altrimenti diciamoci addio ed il mio corpicino non lo sfiorerai più neanche con uno sguardo.”
    
    “Va bene…” faccio io, costretto ad accettare ogni condizione per non perdere la sua anima che convogliava le ferite della sua adolescenza in quella proposta. Avrebbe desiderato di essere sottomessa ed avrebbe affidato a me la conduzione del gioco. Eravamo d’accordo, in un certo senso ...
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