1. Il compagno di stanza esibizionista - parte 3


    Data: 14/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: The_southparker, Fonte: Annunci69

    ... nostro cibo.
    
    Iniziammo a mangiare, e nel frattempo chiacchierammo. Parlammo delle nostre famiglie, dell’università. Finimmo di cenare e Ivan ordinò il dolce. Nell’attesa, mentre avevo la mia mano sinistra giù lungo il fianco, lui la afferrò e la mise sul suo uccello, sotto la tovaglia. Il suo cazzo era duro come una roccia. D’istinto tirai indietro la mano, e lui mi disse: “Non mi dire che non hai mai toccato un cazzo duro?”.
    
    Arrossii, temendo che il cameriere o qualcun’altro lo sentisse. Gli risposi sussurrando: “No, non ho mai toccato il cazzo di nessuno… duro o moscio”. “Volevo solo farti sentire che ce l’ho ancora duro. Scusa, non volevo farti arrabbiare”. Dal tono sembrava mortificato. “No, non sono arrabbiato”, risposi velocemente. “Sono solo… sorpreso. E imbarazzato… Ho paura che qualcuno ti veda così”.
    
    “Non me ne frega niente se qualcuno mi vede così”, disse togliendo la tovaglia e mostrandomi nuovamente il suo cazzo, completamente eretto e fuori dai pantaloni. “Io voglio che TU mi veda così. Inoltre…” aggiunse allungando il braccio e mettendo la sua mano sul mio pacco “sembra che anche il tuo sia duro!”.
    
    Era vero, ero eccitato nel vederlo duro ed esposto a tutti. Ebbi un sussulto mentre mi stringeva il cazzo attraverso i pantaloni. Iniziò a stimolarmi, stringendo e lasciando il mio uccello attraverso i pantaloni. Poi mi disse: “Fammi uscire, devo andare al bagno”. Mi alzai, cercando di coprire l’erezione. Ivan aveva riposto il cazzo nei pantaloni, ma non ...
    ... cercò nemmeno di nascondere l’erezione, che svettava in bella vista. “Seguimi!”, disse in tono perentorio.
    
    Entrammo nel bagno degli uomini, e vide due orinatoi uno di fianco all’altro. Si avvicinò a uno di loro e mi fece cenno, indicandomi l'altro. Lo guardai mentre si apriva i pantaloni e tirava fuori il cazzo duro. Iniziò a menarlo lentamente. “Ora tocca a te”, mi disse.
    
    Ero ammaliato dal suo cazzo. Mi guardai attorno nel bagno prima di aprire la mia cerniera e tirai fuori il mio cazzo duro. “Bravo, così”, disse, menandosi ancora un po' il cazzo. Sentivo le guance bruciare dall’imbarazzo, ma rimasi lì in piedi accanto a lui con il pisello da fuori nel bagno del ristorante. Sapevo che la porta non era chiusa a chiave, e che probabilmente nemmeno c’era una serratura. Però non andai a controllare.
    
    Allungò la mano destra e mi afferrò il cazzo. Ebbi un brivido e le gambe fecero per indietreggiare. “Mi fa impazzire vedere quanto sei eccitato”, disse alzando lo sguardo verso di me e guardandomi dritto negli occhi. “Stai tranquillo”, aggiunse. Il cuore mi esplodeva nel petto.
    
    Continuò a guardarmi. Aveva ancora il suo cazzo da fuori. Stringeva con la mano destra il mio uccello e stava aspettando che anche io prendessi il suo in mano. Ero come in trance e semplicemente lo toccai, accarezzandolo. Lo sentii sospirare. Allora chiusi le dita attorno alla sua asta, diedi una menata e lui sospirò di nuovo.
    
    Ivan strinse il mio cazzo come io avevo fatto con il suo. Sentii come ...
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