1. La Signora O – Collana Detective per caso – cap. II


    Data: 27/08/2024, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... e giù e provocava il dottore le piaceva.
    
    Il dottore la guardò con un ghigno beffardo e non perse altro tempo, tirò fuori da un cassetto un mazzo di fotografie e le sparse sulla scrivania a ventaglio. Erano una dozzina, tutte esplicite. Magdalena sbiancò, poi diventò paonazza. Era lei mentre il tassista abusava del suo corpo. Provava una indicibile vergogna. Quando ritrovò la parola chiese – come le ha avute? – – Tu non sei molto intelligente – esordì brutale Ferretti dandole del tu, sminuendola, offendendola e degradandola, – potevi cercarlo tu questo stronzo di tassista e invece ti sei messa a piangerti addosso, potevi dargli qualche migliaio di euro come ho fatto io e avere queste foto e non l’hai fatto. – Magdalena cercò di intromettersi in quel profluvio di parole offensive. – Perché mi tratta così? Cosa le ho fatto? Le rimborserò quello che ha speso. – Il tono era lamentoso, sulla difensiva. – Sei stupida e sei anche una puttana sottomessa. – A quel punto anche per Magdalena, donna mite e generalmente accomodante, era troppo, non poté far altro che alzarsi per andarsene. – Dove vai vacca? Guarda bene queste foto, dicono che non c’è stata nessuna violenza, ma che tu eri consenziente. Sottomessa, sì, ma consenziente e ti sei offerta come una vacca. – Magdalena non poteva più stare a sentire, stava per mettersi a piangere, doveva fuggire, ma quando aprì la porta si trovò davanti un armadio nero che la spinse di nuovo dentro. – Siediti troia e ascolta quello che ha da ...
    ... dirti il dottore. Te ne potrai andare solo quando lui ti dirà che puoi andare. – Jim incombeva su di lei. Magdalena piangeva e si disperava. Era sequestrata. E odiava, quelli che lei chiamava negri, ma non poteva certo dirlo in quel momento. Ferretti, non si era mai alzato dalla sua poltrona, ma si spinse in avanti e non disse niente fino a quando non ebbe l’attenzione di Magda. – Guarda le foto stupida. – Il nero alle sue spalle, la spinse per la schiena e Magda si curvò sulla scrivania e guardò. – Guarda bene – l’incalzò Ferretti. La donna guardava, ma non capiva cosa volesse il dottore. Alzo gli occhi verso di lui, erano vacui e confusi. In alcune foto lei ce lo aveva in bocca, in altre veniva presa davanti o di dietro. In tutte quelle foto il suo viso era riconoscibilissimo. – In nessuna c’è violenza stupida. Ed è anche quello che dice il tassista, che tu eri d’accordo volevi essere chiavata e ti sei concessa in modo abietto perché sei sottomessa e puttana di natura. – – Noooo… – fu la reazione isterica della donna. Quello che Ferretti non disse era che c’erano altrettante foto in cui si vedevano atti di violenza e segni sul corpo di Magdalena, ma la povera donna non lo poteva sapere. Non sapeva quando il tassista aveva scattato le foto. Magdalena si ricordava di aver ricevuto schiaffoni, pugni in pancia, calci e morsi. Ma di quello non c’era traccia nelle foto che stava guardando. In quei momenti aveva ben altro a cui pensare, si era accorta che le venivano scattate delle ...
«1234...8»