1. La Caduta. Atto Dodicesimo. Dei dubbi e di un funesto presagio


    Data: 12/08/2024, Categorie: Sesso di Gruppo Racconti Erotici, Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... seguiranno?-, chiese Ausper. La voce dell’indovino pareva lontanissima, vaga. -Mi confondi. Odio essere confuso.-, rispose Amsio. -Mio signore, fidatevi, i Variaghi saranno eccellenti per riequilibrare il conflitto.-, disse Licinia. Amsio la guardò. Sorrise. -Li conosci assai bene, governatrice.-, notò. Lei annuì. -I loro costumi mi sono noti, sì.-, ammise, -E posso garantire per la loro collaborazione.-. -E sia.-, decise Calus, -Portami i rinforzi e fai sì che possano venire dispiegati sui fronti quanto prima. Antasario ormai dovrebbe avere notizie dello scontro con Serena Prima.-. Fu proprio in quel momento che un messaggero entrò. La sua corazza era lacera e sporca, ed egli sanguinava come fosse giunto dalla battaglia, ma il viso era di chi aveva invero veduto l’Ade ed era tornato. -Mio signore! Vittoria! A caro prezzo ma abbiamo fermato Serena Prima!-, esclamò. Le ovazioni fecero tremare la sala. -Lunga vita all’Imperatore Calus! Mille anni di fausto regno!-, esclamavano. Calus sorrise. Al diavolo le fallaci profezie di Ausper: il suo impero avrebbe visto la fine di quella guerra, di questo era sicuro!
    
    Serena Prima gettò la corazza strappandosela di dosso. La battaglia era stata terribile. I lealisti avevano perso moltissimi uomini ma lei e i suoi erano stati costretti alla ritirata. Pur sapendo che ciò significava sicuramente un altro passo verso la resa di Calus, era ben conscia che le perdite avevano superato i possibili guadagni. Eccetto per la giovane dagli occhi ...
    ... piacevolmente a mandorla, nella sua tenda non c’era nessuno. Afferrò e bevve rapidamente un bicchiere d’acqua che non le diede sollievo. -Mia signora, desiderate vi prepari il balineum?-, chiese la giovane. Serena pensò che tutto avrebbe dovuto fare meno che rilassarsi, meno che concedersi all’indulgenza di simili piaceri. Ma… Lo voleva. Voleva il bagno, voleva sentire la tensione abbandonare i muscoli, lo spirito risollevarsi. Lo bramava. -Preparamelo. Ma non subito.-, disse. Si mise una veste. Uscì. Il campo era in fermento. Feriti venivano curati, morti venivano seppelliti. Il solito. I suoi uomini si mischiavano poco con i barbari di Nimandeo, preferendo far da sé, ma non era sempre possibile evitarlo. Serena ascoltò gli ufficiali, interrogò i capi delle truppe alleate. La disfatta era pesante, e molti degli alleati barbari erano morti. Le sue truppe, i suoi uomini eroici sino all’ultimo, erano ancora in piedi, sebbene non privi di perdite. Scorse Nimandeo Feral. L’uomo passava tra i feriti, sinceramente addolorato per ognuno di loro. O così pareva… Ancora Serena non capiva se fosse una messinscena o se realmente il condottiero divenuto barbaro si struggesse per le vite perdute. -Ave Serena, mea comes.-, disse raggiungendola. -Ave Nimandeo, Imperator.-, rispose lei. Lui si accigliò. -Credevo di aver reso chiaro di non essere interessato al Trono.-, disse. Serena sorrise. -Sono certa che cambierai idea. Il Trono ha bisogno di un occupante degno. Tu lo sei più di molti.-, ...
«1234...7»