La Caduta. Atto Dodicesimo. Dei dubbi e di un funesto presagio
Data: 12/08/2024,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Racconti Erotici,
Lesbo
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... cameriera. Non sorprendeva che il banchetto luculliano fosse divenuto un’orgia, era consuetudine. Quel che sorprendeva Amsio era che, fatta eccezione per Efia il resto delle ragazze e dei giovincelli presenti per le gioie dei nobili commensali era personale di servizio di palazzo. Gente povera, o schiavi. Amsio non capiva: avrebbero potuto portarsi amanti da casa, o chiedergli di aprire loro il suo harem, si sentiva generoso da poterlo fare, ma invece no. -Mendicanti.-, disse –non sanno godersi la vita.-. -Mio signore?-, Efia, ancora avvolta nella veste riccamente ornata che l’Imperator le aveva donato il giorno prima, lo fissava con il membro di lui in mano. -Niente.-, sorrise lui. La nera annuì. -Volete che continui?-, chiese, servile ma con una luce lasciva negli occhi. -Voglio che tu ti stenda sul triclino. Permettimi di possederti.-, disse lui. Efia annuì. Fece per togliersi il vestito. Lui la fermò. –Tienilo.-, disse, -Mi eccita.-. Si piazzò dietro la nera e, sollevata la veste, entrò nella sua intimità già calda e fremente. Attorno, la festa continuava. Efia si abbassò sul triclino, inarcando le reni contro Calus. Attorno il baccanale continuava, Licinia veniva ora leccata piano da un giovane hiberico. Ursia Attica, una delle poche donne ad essere arrivate al rango di Legata penetrava con un fallo in legno d’ulivo un giovane mentre veniva a sua volta posseduta da Cruzio Severinio, governatore di Sciclia. La festa era divenuta un coacervo di visi, gemiti, corpi ...
... frementi e rumori umidi. Niente più musica o cibo. Solo vino, e solo su richiesta. Sesso per tutti e con tutti. Amsio era al centro dell’uragano, le mani strette sui fianchi di Efia le affondava dentro con foga, beandosi di quel momento mentre la nera gemeva, lieta delle attenzioni. Poi lo vide. Indistinto a priori, poi come un fantasma. Silenzioso e impercettibile. Ausper. Pareva un’apparizione maligna con la tonaca grigia e il cappuccio calato sul viso. Passava tra i triclini come se ci vedesse, evitando magistralmente donne e uomini. Nessuno pareva accorgersi che ci fosse. Si avvicinò sino a lui. Amsio non si fermò: che andasse al diavolo. Voleva godere dentro Efia, gli importava solo questo! Ma l’indovino sollevò una mano. Teneva un calice in pugno. Lo versò. Il vino pareva sangue. Improvvisamente, Calus rabbrividì. Amsio fece per parlare, per farsi udire al di sopra di gemiti, urla e imprecazioni di roca lussuria ma non ebbe modo. Ausper sparì, così com’era giunto, in un battito d’occhi. -Efia?-, chiese lui. Lei si stirò, volontariamente inarcandosi contro di lui. -Mio signore?-, chiese confusa, -Avete concluso?-. -No… ma… l’hai visto?-, chiese Calus. Lei voltò il capo. -Visto chi?-, chiese. Lui scosse il capo. Guardò a terra. Il vino c’era. Versato sul pavimento, pareva davvero sangue. Eppure… -Nessuno.-, disse. Affondò nuovamente nella nera, imponendo un ritmo velocissimo per soddisfare la sua pulsione e scacciare il pensiero di ciò che Ausper poteva aver voluto dirgli con ...