1. La Caduta. Atto Dodicesimo. Dei dubbi e di un funesto presagio


    Data: 12/08/2024, Categorie: Sesso di Gruppo Racconti Erotici, Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    -È una vera catastrofe…-, il sibilo di Amsio Calus parve gelare l’intera assemblea. Ufficiali, governatori, presenti fisicamente o tramite comunicatori di vario tipo, ben una quarantina di persone presenziavano a quella riunione. E tutti temevano quelle parole. -L’Impero è assediato su più fronti. Sta annegando nel sangue. Nimandeo pressa a oriente, Aristarda incalza da occidente…-, Calus passeggiava lungo la sala, il viso teso in un espressione di rabbia e timore. Forse, e solo forse ora si era reso conto di quanto stava realmente accadendo all’Impero che aveva preso per solido e garantito. -Mio signore, secondo le nostre stime, abbiamo ormai perso quasi un quarto delle nostre forze. E il logoramento su più fronti ci costringerà a cedere terreno, da una parte o dall’altra.-, interloquì un Legato. Amsio lo fissò. -È dunque questa la fine del mio regno?-, chiese, lo sguardo vacuo e spaventato. -No.-, rispose il Legato, -Ma dobbiamo cercare alleati. I nostri nemici ci stanno dissanguando. Questa guerra richiede che le cose cambino.-. -Nimandeo Feral si aprirebbe alla trattiva?-, chiese Calus, -So che Aristarda non lo farebbe.-. Vi fu silenzio. Chi poteva dire cos’avrebbe deciso quell’uomo, imprevedibile e barbarico come i nemici dell’Impero che avrebbe dovuto assoggettare e di cui invece s’infatuò? -Potremmo tentare di reclutare i barbari delle isole nordiche. I Variaghi!-, saltò su Licinia Premisia, Governatrice della remota regione della Fjordia. -Quei barbari? Morirò prima ...
    ... di vedere i selvaggi battersi al nostro fianco!-, insorse un milite. Licinia gli rivolse uno sguardo duro. All’alba dei cinquant’anni, la donna pareva ancora in grado di incutere timore e rispetto. -Preferisci affrontare tu il nemico sapendoti in inferiorità? Quale compromesso è inaccettabile quando è la salvezza dell’Impero che fu dei nostri padri ad essere in pericolo?-, chiese. Un Legato avanzò, mettendosi a fianco di Licinia. -Io concordo. I barbari nordici potrebbero essere coloro che salveranno l’Impero da sé stesso. Nulla ci vieterebbe poi di assoggettarli pacificamente.-, disse. -È follia!-, esplose un veterano coperto di cicatrici e cieco da un occhio, -I barbari non si piegano! Io li ho combattuti: non si sottomettono e non ammettono altre leggi che le proprie. Possiamo sicuramente convincerli a combattere per noi pagandoli, ma scordatevi l’idea di poterli conquistare. Moriranno prima di piegarsi!-. Amsio Calus, seduto sul trono a lui dedicato, rivolse uno sguardo alla figura di un cieco avvolto in vesti bige. -Ausper?-, chiese, -Che vedi?-. L’indovino sorrise, e il sorriso fu tutto ciò che si vedeva del viso, coperto dal cappuccio. -Io vedo un grande cambiamento. La fine del conflitto, l’Aquila posa e poi fiera. La lama del fato che taglia i fili di arazzi ormai futili.-, disse. Amsio distolse lo sguardo. La profezia non gli diceva molto. -Ma di me? Che vedi?-, chiese, -Che sarà del mio regno?-. -Che sarà del regno di ogni uomo se non di tramandarlo a coloro che lo ...
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