1. Lavaggio vivace


    Data: 30/07/2024, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... nella vasca sopra di me gridando vendetta, io la lasciai sfogare intanto che agguantato il sapone iniziavo a insaponarle i seni già diventati sodi:
    
    ‘Gerardo, dai finiscila’ – m’intimò lei, io però non avevo nessun’intenzione di lasciarla.
    
    ‘Piantala che ho fretta, visto che devo ancora preparare da mangiare’.
    
    ‘Non importa, dopo mangeremo qualcosa insieme’.
    
    ‘Dopo? Dopo cosa? Io devo andarmene e non ho nessun’intenzione di lasciarmi sbattere da un individuo grezzo, incivile e volgare come te’ – esclamò ridendo, mentre la sua mano cercava nell’acqua il centro delle mie gambe. Io le chiusi la bocca con un lungo bacio e lei si rassicurò:
    
    ‘Io sento freddo, visto che sono mezza fuori e mezza dentro’ – disse appena le lasciai un po’ di respiro.
    
    ‘Eccoti accontentata’ – le ribattei io mentre la facevo girare nella vasca, fino ad assumere la posizione che avevo avuto io.
    
    ‘Ecco che sono fuori io, ma non ci metto nulla a entrare’ – scherzai, tentando di forzare le sue gambe che si erano chiuse a causa della vasca troppo stretta.
    
    In quell’occasione scivolò sott’acqua con la testa e con una mano mi strinse al collo trascinandomi con sé, in apnea mi sfiorò le labbra e cercò di baciarmi ma con scarso successo, in quanto l’acqua calda e insaponata era proprio ripugnante da bere:
    
    ‘Dai Gerardo usciamo, perché ho davvero una baraonda di cose da fare’.
    
    ‘Se proprio insisti, prima però devi pagare un pegno’ – le annunciai con un’aria semi seria.
    
    ‘Che cosa devo fare ...
    ... che ancora non ho fatto?’ – rispose con voce da finta ingenua.
    
    ‘Asciugati e vieni sul letto’.
    
    ‘Dai, non ho tempo di fare quelle cose, rimandiamo il tutto per stasera’.
    
    ‘Noi non faremo quelle cose, anche perché non ho voglia’ – mentii sfrontatamente.
    
    ‘E allora? Che cosa vuoi?’.
    
    ‘Tu sdraiati e non preoccuparti, io arrivo subito’.
    
    Infilai un accappatoio troppo corto e troppo stretto che lasciava tutto all’aria aperta e volai per le scale fino in sala, aprii la valigia dove tenevo il computer e tutti gli accessori e acciuffai la macchina fotografica digitale. Di corsa risalii in camera dove Serena era distesa con la testa sul cuscino appoggiata sul braccio e il corpo appena scomposto, in una piega che faceva risaltare la curva dei fianchi e il morbido sedere. Scattai la prima fotografia appena entrato e la sua sorpresa fu bellissima, poi come una modella esperta e vissuta mi diede una grandissima soddisfazione, danzando e muovendosi in un morbido gioco di braccia e di gambe che si spostavano, che lasciavano trapelare e poi coprire piccole o grandi porzioni della sua porta segreta. Lei era davvero meravigliosa e quelle foto sarebbero state magnifiche:
    
    ‘Tu, non eri quello che non aveva voglia? Guardati in che condizioni sei’ – mi rimproverò Serena dopo una ventina di scatti.
    
    ‘E colpa del cavalletto’ – scherzai io e lei scoppiò a ridere.
    
    ‘Sì certo, il cavalletto dei pantaloncini’ – indi s’avventò sulla macchina fotografica strappandomela dalle mani.
    
    ‘Dai ...