1. Startrail con Dolomiti – 5


    Data: 01/06/2024, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... tavolino simile a quello che vedevo ogni mattina, accanto alla fotocamera della ragazza, e infilai la spina dell’alimentazione nella presa della corrente. Lo schermo del portatile divenne un po’ più luminoso, e probabilmente anche la velocità delle operazioni della CPU aumentò, come sembrò suggerire l’improvviso calo del tempo previsto per completare il lavoro di fusione delle immagini. Un braccio mi avvolse alla vita. – Su, che il computer sa da solo quello che deve fare… – mi assicurò Emma sussurrando ad un mio orecchio. Voltai appena la testa verso di lei. – E come vuoi impiegare il nostro tempo, intanto? La mano scese di nuovo sul mio inguine, accarezzandolo brevemente. – Secondo te? – mi domandò, usando quel tono di voce che solo una donna eccitata al punto da non vedere l’ora di essere posseduta riesce ad emettere. – Dai, – risposi, fingendomi poco propenso, – l’abbiamo fatto tutta la notte. Non ho più diciotto anni, quando riuscivo a tirare avanti tutto il giorno. – A me sembra che il nostro amico non sia della stessa opinione – mi svelò lei, saggiando con le dita il mio uccello sotto il tessuto dei pantaloncini e delle mutande, che, con la sua erezione, non aveva avuto intenzione di reggere il mio gioco. “Cazzo stakanovista” pensai, trattenendo un sorriso. Avessi avuto pure io tutta la sua passione per il lavoro, sarei stato milionario… Emma tolse le sue mani dal mio corpo. Quando mi girai verso di lei, aveva quasi finito di sbottonarsi la camicetta. La stoffa era ...
    ... abbastanza spessa da non far notare i capezzoli perché solo in quel momento mi accorsi che non indossava più il reggiseno. Una volta che anche l’ultimo bottoncino bianco uscì dalla sua asola, mosse le braccia verso il dietro, lasciando scivolare l’indumento sul parquet. Mi guardò negli occhi, il suo sguardo che non poteva celare il desiderio che stava ardendo nel suo petto. Si morse il labbro inferiore prima di chiedermi: – Ti piacciono le mie tette, William? Doveva essere stata distratta, la notte passata, per pormi una domanda simile. Avrei saputo descrivere i suoi seni ad occhi chiusi, la loro consistenza e il loro sapore dopo il tempo che avevo passato a adorarli alla luce delle stelle, ma nonostante questo mi fu impossibile non contemplarli di nuovo come se fosse stata la prima volta. Allungai le mani e li sollevai, saggiandone nuovamente il peso, provando un piacere nel basso ventre che mi diede alla testa. – Adoro le tue tette, bimba. Lei sorrise imbarazzata ed eccitata allo stesso tempo, e nel frattempo sentivo le sue dita scivolare sotto l’elastico dei miei pantaloncini e delle mie mutande. Un attimo dopo scivolarono lungo le mie gambe, il mio uccello che si alzava come stirandosi, la pelle che si tirava restituendomi una sensazione incredibilmente piacevole. – A me piace tanto il tuo cazzo, William – sussurrò lei, inginocchiandosi davanti a me e prendendolo con una mano. Con un movimento lento e dolce lo scappellò. – Ti accontenti di poco – la schernii. Non rispose ...
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